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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca Tricase

Il comitato: "Scatole cinesi? Noi l'avevamo già detto"

I lavoratori del comitato Michele Frascaro parlano di cattiva amministrazione aziendale, fin dal principio "tesa all'affossamento del gruppo". E ricordano: "Noi avevano già denunciato tutto questo"

TRICASE - La notizia della presunta maxi truffa ai danni dell'Inps e non è di quelle che passa inosservate e non poteva lasciare indifferenti i lavoratori della ditta in mobilità: quegli stessi operai che, stando alle indagini della guardia di finanza, sono transitati da un'azienda all'altra con un meccanismo che ha permesso alle collegate del gruppo calzaturificio di godere di ingenti sgravi fiscali. Sintomo, secondo i lavoratori in lotta del comitato "Michele Frascaro" di una cattiva amministrazione aziendale, dal principio "tesa all'affossamento del gruppo", come ha spiegato Lori De Donno, portavoce storica del gruppo.

"Siamo venuti a conoscenza di questa notizia attraverso la stampa, non ne sapevamo nulla - continua Lori De Donno - anche perché quest'indagine non è partita dalle nostre denunce, ma è stata avviata nel 2007 avendo come esito l'arrivo della famosa cartella esattoriale del 2009 che portò Adelchi a decidere di chiudere completamente l'azienda, mettendo il personale in cassa integrazione".

"Confidiamo nell'operato della magistratura e nell'esito delle indagini che dovrebbero fare chiarezza su tutti i punti oscuri della vicenda", ribadisce, e il riferimento è anche e soprattutto alle giacenze di magazzino che sarebbero "scomparse dal bilancio aziendale dal 2008 al 2009".

Entrando nel dettaglio dell'operazione, "i lavoratori fuoriusciti dalla ditta Selcom, nata con i finanziamenti della legge 488, allo scadere del termine dei cinque anni previsti dal bando sono stati iscritti nelle liste di mobilità mirata - spiega -; alcuni lavoratori lo sapevano, altri sono stati iscritti a loro insaputa. Dopodiché sono stati assunti da altre aziende, con altri nomi, ma sempre collegate al gruppo Adelchi secondo il ben noto gioco di scatole cinesi, da noi più volte denunciato".

A giorni si chiuderà anche l'altro capitolo della vertenza Adelchi relativo alla presentazione del concordato preventivo per il ripianamento dei debiti aziendali: in quella circostanza i lavoratori avevano parlato di "votazioni farsa" per via della partecipazione dei parenti di Sergio Adelchi (intestatari delle società collegate), in qualità di creditori chirografari.

"Non sappiamo se i voti dei parenti saranno considerati validi, in ogni caso ci auguriamo che le indagini della guardia di finanza possano influire anche sull'esito del concordato preventivo", dicono. E i tempi stringono, visto che per i 700 operai in mobilità, sta per scadere anche la cassa integrazione regionale. Mancano solo due settimane e nessuno è in grado di dire se il Ministero dello Sviluppo economico concederà nuovi fondi. Certo è che non "moriranno di cassa integrazione" i lavoratori Adelchi ed è una promessa che fanno, quando ricordano che l'unica ancora di salvezza è l'estensione al cluster di Tricase dell'Accordo di programma del 2008, rimasto lettera morta su carta.

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