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Martedì, 30 Aprile 2024
Cronaca

Imputati per rissa, per la giudice, l’identificazione fu lacunosa e parziale: assolti

Arriva il verdetto per i due giovani accusati di aver partecipato, con altre dieci persone rimaste ignote, agli scontri avvenuti il 4 luglio del 2022 nei pressi di Porta San Biagio a Lecce

LECCE - Erano accusati  di aver partecipato, insieme una decina di persone mai identificate, a una rissa avvenuta il 4 luglio del 2022, tra via Dei Perroni e via Regina Maria, nei pressi di Porta San Biagio, a Lecce. Ma il processo si è concluso oggi con l’assoluzione dei due giovani imputati: A.I., 21enne originario di Campi Salentina, e G.R., 23enne originario di Molfetta, entrambi residenti nel capoluogo salentino.

A emettere il verdetto, con motivazioni contestuali, è stata la giudice della prima sezione penale del tribunale di Lecce Annalisa De Benedictis.

Stando alle indagini, coordinate dalla sostituta procuratrice Giorgia Villa e sfociate nel decreto di citazione diretta a giudizio, i due avrebbero preso parte agli scontri, durante i quali fu utilizzata anche un’arma bianca. A subire le conseguenze peggiori, fu proprio il 23enne che rimase ferito nella parte sinistra del torace. All’arrivo degli agenti delle volanti, allertati da numerose segnalazioni giunte al 113, ci fu un fuggi-fuggi generale e il ragazzo accoltellato fu trovato nei pressi della chiesa di San Matteo, con addosso solo i boxer e una scarpa (gli altri abiti erano sparsi intorno). Soccorso fu accompagnato (in codice giallo) nell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce e per lui la prognosi dei medici fu di dieci giorni.

Attraverso la visione dei filmati ripresi dalle telecamere di sorveglianza della zona, gli investigatori riuscirono a risalire al numero dei partecipanti e a identificare uno di questi, A.I., amico del 23enne rimasto ferito.

Per la giudice, questa identificazione fu affrettata, lacunosa e parziale, e anche nell’ipotesi in cui fosse stata corretta, è comunque evidente, analizzando il materiale fotografico e i video acquisiti, la netta disparità di forze, tra i due giovani e il gruppo avversario, tale da non poter escludere la possibilità che gli stessi avessero partecipato alla contesa solo per difendersi dall’aggressione.

A difendere gli imputati ci hanno pensato gli avvocati Raffaele Benfatto, Raffaele Di Staso e Federico Zullino.

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