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Cronaca

Droga spedita in carcere anche via posta e microtelefoni: sequestri e denunce

Accelerata dei controlli dei baschi azzurri nel penitenziario di Lecce dopo il preoccupante caso dell'impiego di droni. Trovati sei apparecchi, 400 grammi di hashish e circa 5 di cocaina

LECCE – Quasi 400 grammi di hashish, poco meno di 5 di cocaina e sei microtelefoni sono stati sequestrati dagli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, nel corso di serrati controlli che si sono svolti nell’arco di diversi giorni, fra il 26 aprile e il 10 maggio. E non sono mancati provvedimenti. Se, infatti, in alcuni casi i sequestri sono stati eseguiti a carico di ignoti, in altri sono scattate denunce e, in una circostanza, anche un arresto.  

Uno degli aspetti più interessanti riguarda i microtelefoni che i detenuti riescono in qualche modo a ottenere, ovviamente per mantenere i contatti con l’esterno (e magari gestire traffici particolari direttamente dal penitenziario). Per tre di questi apparecchi gli agenti non sono riusciti ad attribuirne il possesso a qualche detenuto in particolare, ma per i restanti casi sono scattate tre denunce alla procura per illecita introduzione e utilizzazione di apparecchi telefonici.

La droga? Anche via posta

Nel frattempo, sono stati trovati anche 164 grammi di hascisc. La droga era stata all’interno di diverse confezioni sottovuoto di salumi inviate a un detenuto tramite servizio postale. E l’ospite di Borgo San Nicola s’è beccato una denuncia per favoreggiamento.  Un altro involucro, contenente sempre hashish, in questo caso per 36,59 grammi, ha portato a un’altra denuncia per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, con l’aggravante di aver commesso il fatto in carcere.

Infine, sequestrati un altro involucro contenete 141,72 grammi di hashish, due ulteriori con 31,37 grammi della stessa sostanza e infine un quarto con 4,87 grammi di cocaina. E sono scattate la denuncia di un altro detenuto, sempre per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti con l’aggravante di aver commesso il fatto in carcere, e l’arresto di un minore, condotto al centro di prima accoglienza di Bari a disposizione della procura dei minori di Lecce.

Il noto caso dei droni

L’accelerata alle attività di prevenzione e repressione dei reati in ambito penitenziario dei baschi azzurri leccesi nasce da alcuni recenti episodi che hanno destato non poco scalpore, a partire da quello in cui soggetti al momento ignoti hanno tentato di introdurre un carico di telefoni e droga usando un drone. Vicenda che ha portato a indagini e denunce, quantomeno per chi è stato trovato in possesso di apparecchi e stupefacenti. 

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