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Martedì, 30 Aprile 2024
Un viaggio tribolato / Castrignano del Capo

Soccorsi a 15 miglia al largo di Leuca 129 migranti in un peschereccio con motori in avaria

Tre motovedette della guardia costiera e un elicottero della guardia di finanza hanno raggiunto un punto in mare aperto dov'era stata segnalata la barca di 18 metri, stipata oltre ogni limite di capienza. Nel gruppo anche trentatré donne e quaranta minori

SANTA MARIA DI LEUCA – Il secondo viaggio di migranti in pochi giorni verso le coste salentine è stato il più nutrito, dal punto di vista dei numeri, e il più tribolato. Perché a bordo di un peschereccio di circa 18 metri erano stipati in ben 129 (fra cui donne e bambini) e le operazioni di soccorso si sono rivelate difficili a causa delle condizioni meteomarine. Il vento che si è sollevato ha increspato le acque e l’imbarcazione, stipata oltre ogni limite di capienza, dopo un primo avvistamento avvenuto intorno alle 20 di sera a circa 22 miglia dalla costa di Santa Maria di Leuca, si è bloccata con i motori in avaria a 15 miglia dalla meta.

Sotto il coordinamento del guardia costiera di Bari, sono state inviate in soccorso tre motovedette Sar di Gallipoli, Otranto e Santa Maria di Leuca, mentre dal cielo, a vegliare sulle operazioni, si è mosso anche un elicottero della guardia di finanza. Nelle prime fasi, sono state dirottate in zona anche due motonavi, per fornire eventuale aiuto nel trasbordo. Alla fine, i migranti sono stati fatti salire sulle motovedette e trasportati verso il porto di Leuca, con il peschereccio trainato a sua volta in direzione del molo.  

Ad attendere il gruppo, a terra, arrivato in due scaglioni (il primo alle 3 di notte, il secondo alle 5 di mattina) c’erano i volontari della Croce rossa italiana del comitato di Lecce con il supporto dei servizi del comitato regionale, tra cui il reparto di sanità pubblica con i mezzi ad alto biocontenimento, i sanitari dell’Usmaf e il servizio migrazioni con le attività di restoring family links per prevenire le separazioni allo sbarco e agevolare le riunificazioni familiari.

Soccorsi in alto mare 129 migranti

E in effetti di famiglie dovevano esservene diverse, questa notte, a bordo del peschereccio, visto che fra i 129 passeggeri vi erano anche trentatré donne e molti minori, ovvero venticinque maschi (di cui quattro non accompagnati) e quindici femmine. I più, cento in tutto, dovrebbero essere afgani, gli altri divisi fra quattro curdi, quattordici iraniani, sette iracheni, tre siriani e un turco.  

 

Dopo le prime visite sul posto, i migranti sono stati destinati verso Masseria Ghermi, a Lecce, quale centro di prima accoglienza. Le indagini, come da prassi, passano ora al pool antimmigrazione clandestina della procura leccese.

Fra le altre cose, bisogna capire se del gruppo fanno parte anche alcuni scafisti o se questi, come si pensa, siano fuggiti con qualche imbarcazione leggera prima dell’arrivo della guardia costiera, abbandonando i migranti al loro destino al largo delle acque italiane. Anche perché nei precedenti due sbarchi, risalenti alla sera del 24 e all’alba del 25 luglio, gli scafisti non hanno avuto scampo e sono stati bloccati nel primo caso a Torre San Giovanni e nel secondo, dopo aver trasferito i trasportati nella baia di Ciardo, vicino Leuca, mentre erano in fuga in alto mare.

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