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Cronaca Porto Cesareo

Nessun abuso edilizio nel lido "Congedo", ecco le motivazioni della sentenza

Il proprietario era accusato di aver realizzato nell'estate 2013 opere senza permessi, ma il processo ha accertato un'altra verità. Per il giudice, l'imputato agì in buona fede

LECCE - Assolto perché il fatto non costituisce reato. Fu questo l'esito della vicenda processuale che aveva per protagonista Francesco Congedo, 55 anni, originario di Lecce ma residente a Copertino, proprietario e gestore dello stabilimento balneare “Congedo”, a Porto Cesareo. Secondo l'accusa, nell'estate del 2013, Congedo realizzò senza i dovuti permessi e senza l'autorizzazione paesaggistica il lido con chiosco, pedane, servizi igienici, composto da manufatti in legno in un'area di oltre 1.100 metri quadrati sotto tutela paesaggistica. In particolare, il 18 giugno di tre anni fa, i carabinieri accertarono che erano stati reinstallati i manufatti rimossi il mese precedente.

Ma la sentenza emessa qualche mese fa dal giudice Pasquale Sansonetti ha sancito la non colpevolezza dell'imputato (assistito dall'avvocato Francesco Vergine). Stando alle motivazioni depositate nei giorni scorsi, il titolare aveva infatti proceduto “al rimontaggio delle strutture previamente rimosse sulla scorta di una Scia regolarmente depositata e alla quale era stato allegato parere favorevole (del 2007) da parte dell'assessorato ecologia della regione Puglia, al fine della valutazione di incidenza, con prescrizioni, meglio indicate nella suddetta nota”.

“Emerge così che Congedo, pur avendo svolto i lavori di rimontaggio dei manufatti, non appena è stato notiziato del provvedimento di sospensione adottato dal Comune in osservanza del parere negativo della sovrintendenza, ha provveduto a smontare le strutture”, si legge in un altro passaggio della sentenza. Insomma, secondo il giudice, il proprietario agì in buona fede, anche alla luce del fatto che quelle opere (che non hanno provocato danni ai luoghi) erano state autorizzate in tutti gli anni precedenti, con carattere stagionale, e che poi, per effetto di una successiva delibera comunale non era più obbligatorio rimuovere al termine della stagione balneare.

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