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Domenica, 28 Aprile 2024
Prosegue il batti e ribatti / Otranto

Approdo di Enea, altro colpo di scena: disposto un nuovo sequestro

In attesa delle motivazioni del Riesame che aveva disposto il dissequestro della struttura di Porto Badisco, rimessi i sigilli su provvedimento della Procura di Lecce: alla base le stesse motivazioni del precedente caso

PORTO BADISCO (Otranto) – Sembra una partita a scacchi dove ogni mossa cambia il corso della sfida, quella che si sta giocando nella vicenda relativa all’Approdo di Enea, lo storico locale che si trova all’interno dell’insenatura di Porto Badisco, marina di Otranto.

Appare superfluo ricostruire le diverse vicissitudini giuridiche e amministrative che hanno riguardato la struttura nel corso degli anni, basta soffermarsi a quanto accaduto nell’ultimo mese, quando era stato disposto un primo sequestro, nell’ambito di un’inchiesta su presunti abusi edilizi condotta dal pubblico ministero Massimiliano Carducci.

Un “primo”, perché poche settimane dopo si era arrivati al provvedimento di dissequestro del tribunale del Riesame, presieduto dal giudice Carlo Cazzella, che aveva accolto il ricorso presentato dalla difesa della proprietà della struttura, rappresentata dall’avvocato Luigi Corvaglia: in quella circostanza, il legale aveva sostenuto la presenza dei necessari permessi a costruire e dell’autorizzazione paesaggistica.

Il dispositivo di sequestro

Mercoledì scorso, in attesa delle motivazioni del Riesame, è arrivato un secondo sequestro, disposto sempre dalla Procura di Lecce, recante le stesse motivazioni del precedente. In sostanza, per il pubblico ministero, restano le incongruenze contestate sulla struttura che apparirebbe, nella sua ricostruzione, difforme rispetto al plesso individuato nei titoli edilizi. I legali della struttura fanno sapere che torneranno nelle sedi opportune a dimostrare le proprie ragioni, come accaduto nella discussione al tribunale del Riesame.

L’intervento di Italia Nostra

Sul nuovo capitolo della vicenda, interviene Italia Nostra, che nel 2019 aveva già presentato un esposto sulla vicenda e aveva denunciato alle autorità competenti “l’effettuazione di sbancamenti impropri del costone roccioso per la costruzione abusiva del 2021 e di un nuovo chiosco dopo la demolizione di quello preesistente”.

L’associazione commenta il nuovo sequestro del bar-ristorante disposto dalla Procura della Repubblica di Lecce, che “ha individuato molto probabilmente ulteriori estremi di reato”, e operato dalla polizia provinciale: “La Sezione Sud Salento di Italia Nostra – si legge in una nota -, in attesa di conoscere le motivazione con cui il giudice del Riesame ha provveduto alla rimozione dei sigilli del precedente sequestro, plaude a questo nuovo provvedimento della Procura della Repubblica di Lecce in considerazione che l’area in questione, sottoposta ad una serie di vincoli (idrogeologico, paesaggistico e naturalistico) e su cui insiste il manufatto abusivo per il quale sono stati compiuti interventi devastanti, ricade all’interno della foce del torrente di Badisco ed è stata interessata dalla piena alluvionale del 18 novembre 2021 e per cui le cui opere di risanamento e di riqualificazione ambientale non possono prescindere dalla rimozione di ogni manufatto abusivo esistente”.

L'Approdo di Enea

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