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Cronaca Via Giuseppe Parini

Ordigno rudimentale scoppia davanti allo studio di Francesca Conte. Ripreso un uomo

La deflagrazione, poco prima delle 23, non ha avuto conseguenze. Ad accorgersene, questa mattina, una segretaria dello studio della nota penalista leccese, sito in via Parini. La telecamera di videosorveglianza ha fornito indicazioni utili agli inquirenti

LECCE – Una bomba carta è stata fatta esplodere nella tarda serata di ieri davanti al portone di ingresso dello studio di Francesca Conte, uno dei più noti avvocati penalisti leccesi, in via Parini, a pochi metri dall’intersezione con via Giusti.

Le conseguenze della deflagrazione sono state assai lievi e del resto non ci sono state nemmeno segnalazioni da parte del vicinato, sebbene l'esplosione si sia udita chiaramente. Tant'è: ad accorgersene è stata una segretaria dello studio legale, alla ripresa dell’attività lavorativa, questa mattina. Sul posto sono intervenuti gli agenti delle volanti e gli uomini della polizia scientifica per i rilievi.

Lo studio è munito di una videocamera puntata proprio sul punto di accesso all’immobile: le immagini hanno ripreso un uomo, alle 22.45, ma l’ipotesi degli inquirenti è che ce ne fosse anche un altro. L'ipotesi che l'ordigno, per quanto di basso potenziale, tanto da scalfire soltanto di poco il portone, fosse rivolto a lei deriva dal fatto che in quello stabile risiede solo un'altra famiglia. Persone tranquille e che non sembrerebbero, per la polizia, ipotetici destinatari di particolari "avvertimenti".   

Francesca Conte è avvocato penalista piuttosto nota e non solo in città per aver assunto incarichi difensivi in casi di rilievo nazionale. E’ stata anche legale, seppur per pochi giorni, di Sabrina Misseri nel caso dell’omicidio di Sarah Scazzi. Tra i fascicoli di cui si sta occupando in queste settimane c’è quello di Fernanda Metrangolo, presidente del consiglio comunale di Squinzano e indagata per corruzione nell’ambito dell’inchiesta giudiziaria culminata nell’operazione “Vortice” del Reparto operativo speciale dei carabinieri e dei loro colleghi del Nucleo investigativo di Lecce.

Nel luglio del 2010 fu già vittima di una minaccia, via missiva. Si stava occupando del processo a carico dei Colitti, nonno e nipote, accusati dell'omicidio del consigliere comunale e provinciale di Italia dei valori Peppino Basile, avvenuto a Ugento. Un caso in parte ancora in piedi, in quanto il nipote è giù stato assolto dal tribunale dei minori, mentre per il nonno si procede in quello ordinario. 

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