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Cronaca Porto Cesareo

Pedana per area relax e con tavoli per la ristorazione a “Bahia del Sol”, in 8 a giudizio

Inizierà il 7 giugno il processo sui lavori realizzati nella struttura turistica a Porto Cesareo. Al vaglio dei giudici, una pedana di 650 metri quadrati e una zona destinata ad area parcheggio

PORTO CESAREO - Si aprirà il 7 giugno il processo su alcuni lavori eseguiti nella struttura turistica “Bahia del Sol” nella località di Torre Lapillo, a Porto Cesareo che, secondo le indagini svolte dalla Procura di Lecce, sarebbero stati realizzati in modo abusivo. In particolare, a finire sotto la lente dei giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce ci sarà la realizzazione di una pedana in legno (delle dimensioni di circa 650 metri quadrati) ad uso solarium e relax, con posizionamento di tavoli per la ristorazione, installata direttamente sul cordone dunale, in una zona sottoposta a vincoli paesaggistico e idrogeologico.

La questione sarà dunque approfondita a dibattimento, così come ha deciso oggi il giudice Simona Panzera, all’esito dell’udienza preliminare durante la quale è stata discussa la richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pubblico ministero Paola Guglielmi, titolare del fascicolo d’inchiesta, nei riguardi di nove persone. L’istanza è stata accolta per tutti, eccetto che per l’architetto Augusto Ressa, tarantino di 67 anni, direttore dell’ufficio operativo della Soprintendenza di Taranto, nonché responsabile del procedimento, per il quale la posizione è stata stralciata e sarà definita in una prossima udienza.

Al banco degli imputati, quindi, dovranno presentarsi in otto: i titolari della società che gestisce lo stabilimento balneare Maria Stefania Mangialardo, di 41 anni, e il fratello Luca Giuseppe, di 46, entrambi di Copertino; Fabio Martina, 49 anni, di Leverano, titolare della ditta “Art Legno” esecutrice dei lavori; Luigi Verardi, 52 anni di Racale, direttore dei lavori; Rosato Vantaggiato, 66 anni, di Porto cesareo, tecnico progettista; Paolo Stefanelli, 64, di Lecce, nelle vesti di dirigente del settore IX dell’Ufficio tecnico del Comune di Porto Cesareo; i due tecnici istruttori del Comune, Fabrizio De Pace, 43 anni, di Porto Cesareo, e Pietro Viva, 44, di Porto Cesareo.

A tutti è contestato il reato di abusivismo edilizio, e a Stefanelli, De Pace, e Viva, anche quelli di abuso d’ufficio e falsità ideologica in atto pubblico per aver rilasciato, nel 2015, assensi considerati illegittimi, e ai fratelli Mangialardo, Vantaggiato e Verardi, quello di invasione di terreni perché avrebbero utilizzato una zona demaniale come area parcheggio a servizio della struttura.

Queste le accuse che gli imputati potranno respingere nel processo attraverso gli avvocati Antonio Quinto, Pier Luigi Portaluri, Giulio De Simone, Angelo Vantaggiato, Giuseppe Romano, Antonio Scalcione, Addolorata Flores, Eligio Curci.

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