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Cronaca

Fermata cellula anarco-insurrezionalista: perquisizioni anche nel Salento

Sono due le ispezioni nei confronti di altrettanti cittadini, entrambi nella città di Lecce, eseguite dai carabinieri del Ros nell’ambito di un’indagine partita dalla Procura di Perugia

LECCE – Da Perugia al Salento, le parole violente stavano per tramutarsi in fatti: l’inchiesta partita dalla Procura del capoluogo umbro, in collaborazione con quella milanese, approda anche a Lecce. I carabinieri del Ros, il Raggruppamento operativo speciale, hanno infatti eseguito due perquisizioni in casa di altrettanti cittadini, entrambi ritenuti vicini agli ambienti anarchici. Nessuno dei due salentini è stato iscritto al momento nel registro degli indagati: al termine del controllo gli inquirenti hanno sottoposto a sequestro telefoni, computer e altro materiale documentale per essere visionati e analizzati.

L'inchiesta è partita da una pubblicazione dal titolo “Vetriolo” (pubblicata per sei edizioni), il cui numero zero è stato editato il primo febbraio 2017, in una tipografia milanese. È nella ricerca di elementi di prova circa la diffusione di quella rivista clandestina e dei relativi contributi istigatori che gli inquirenti si sono mossi anche in altre regioni, fio a giungere nel Tacco d’Italia. Espliciti i contenuti e i riferimenti di quei testi nei quali, oltre alle proteste, si teorizzava la concretizzazione di atti violenti. Nella fase investigativa è stata riscontrata la reale corrispondenza tra quanto riportato sulla rivista e quanto di fatto accaduto: come i danneggiamenti dei veicoli di Poste italiane a Foligno, nel Perugino (sebbene non siano stati accertati, al momento, i responsabili). 

L’indagine ha portato il gip del tribunale perugino a emettere un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di attivisti riconducibili all’area anarco-insurrezionalista. Quattro i provvedimenti notificati con la collaborazione dei militari di numerose province: oltre a quella leccese, anche Cagliari, Cosenza, Cremona, Genova, Massa, Roma, Perugia, Taranto e Viterbo. Al termine di questa prima fase investigativa è scattato l’arresto per Alfredo Cospito, nome di spicco nella Federazione anarchica informale e condannato per il ferimento del manager di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. Disposti inoltre gli arresti domiciliari per un secondo cittadino umbro, già coinvolto in inchieste sull’eversione anarchica. Obbligo di dimora, infine, per gli altri indagati. Durante l’attività investigativa è stato accertato che alcuni degli indagati, tutti orbitanti attorno a gruppi tra Spoleto e Foligno, si sarebbero persino infiltrati in recenti manifestazioni “no vax” e “no green pass”.

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