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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca

Lupiae, lavoratori rifiutano proroga contrattuale: “C’è chi guadagna oltre 2mila euro e chi ne porta a casa appena 940”

Il sit-in di protesta questa mattina, davanti a Palazzo Carafa, alla presenza dei sindacalisti di Ugl Terziario, Slai Cobas e Confintesa. Da un lato i disagi dei dipendenti del settore operativo, dall’altro quelli degli amministrativi. “Non accetteremo ulteriori sacrifici”

LECCE – Non accettano la proroga del contratto, a meno che questo non venga modificato: “Abbiamo già pagato cedendo agli accordi al ribasso”. È l’ultimo giorno formale di impiego per i lavoratori e le lavoratrici della Lupiae, la società a totale partecipazione pubblica del Comune di Lecce: l’accordo sottoscritto il 20 dicembre del 2018 decade infatti oggi e i dipendenti non sono più disposti ad accettare le medesime condizioni. Hanno protestato in mattinata, davanti a Palazzo Carafa, accompagnati dai referenti di Ugl Terziario, Slai Cobas e Confintesa. Dal 2 gennaio, ma in realtà già dalle prossime ore, sarà un’incognita sull’espletamento dei servizi.

Il sit-in, nel quale hanno incontrato il primo cittadino Carlo Salvemini, è terminato con l’intento di sottoscrivere un documento (da inviare ai dirigenti della Lupiae e allo stesso sindaco) nel quale sarà richiesta al prefetto Luca Rotondi la convocazione di un tavolo tecnico urgente per sbrogliare la situazione. Le recriminazioni contrattuali si snodano su due fronti: da un lato, i sindacati chiedono la mediazione del prefetto per sollecitare il ritorno alle 40 ore settimanali dei lavoratori del settore  operativo della Lupiae. Nel tempo, infatti, questi si sono ritrovati con meno ore settimanali di servizio e un conseguente taglio del salario. Una quarantina di questi dipendenti sono già passati al contratto a tempo pieno, una trentina sono rimasti invece col part-time. “Chiediamo per questi ultimi di riacquisire il livello di inquadramento sottratto con l’accordo del 2018”, spiega Luigi Rampino, di Slai Cobas.

Il video: lavoratori e sindacalisti davanti a Palazzo Carafa

Dall’altro lato, inoltre, vi sono i lavoratori del reparto amministrativo della società pubblica. Per questi, spiegano i sindacalisti, non è possibile chiedere il contratto da 40 ore settimanali e rimarranno inquadrati con le attuali 36. Tuttavia, lo sforzo che si sollecita a Lupiae e Comune è quello di adeguare quanto meno i livelli contributivi, in maniera da non penalizzarli dal punto di vista pensionistico. E non è tutto. “Ci battiamo inoltre perché agli amministrativi venga riconosciuto un livello di inquadramento proporzionato alle mansioni effettivamente svolte: deve cessare la prassi per la quale, pur svolgendo ruoli sostitutivi dei dipendenti della pubblica amministrazione, i lavoratori della Lupiae si ritrovano a operare con password di dirigenti e funzionari comunali. Il lavoro e le eventuali progettazioni non saranno in questo modo mai attribuiti a loro, bensì ai titolari delle credenziali”, prosegue Rampino.

A soffiare sul fuoco del malcontento resta la questione economica. Per i segretari delle organizzazioni sindacali, alla base vi sarebbe una evidente discrepanza di trattamento fra alcuni dipendenti che percepirebbero stipendi da oltre 2mila euro e altri che, invece, riuscirebbero a portare a casa a malapena 940 euro al mese. “Contratti ribassati nel tempo coi quali sono stati persi circa 31mila euro per ogni lavoratore. Sei milioni in tutto in questi anni, sulle nostre spalle”, spiegano i manifestanti presenti in Piazza Sant’Oronzo.  “Rispediamo pertanto indietro la proposta di perdere ulteriori 10mila euro a famiglia: insostenibile pensare che alcuni dipendenti abbiano ricevuto nel tempo dei benefici e che altri rasentino la sopravvivenza. O dal 2 gennaio si stabiliranno nuove regole, o non saremo più disposti a cedere a sacrifici. Questi vengano fatti da tutti, non soltanto da alcuni”.

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