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Cronaca Via Dalmazio Birago

Si incatena davanti al tribunale dei minorenni: "Non portate via mio figlio"

Un 46enne si è presentato, questa mattina, davanti alla sede del Tribunale per i minorenni, per chiedere al giudice di essere ascoltato. Dopo lunghe vicissitudini giudiziarie, chiede che il 12enne non gli venga strappato

LECCE - Ha esposto il suo viso contratto, assieme ad un cartello, per protestare contro il giudice del Tribunale per i minorenni di Lecce, Maria Rita Verardo che, a suo dire, avrebbe intenzione di strappargli il figlio, senza neppure ascoltare le motivazioni dello stesso ragazzino. Né quelle, disperate, del padre. Sergio Spagnolo è un autotrasportatore di Salice Salentino che, dalle otto di questa mattina, non si è mai mosso da via Dalmazio Birago. Dal racconto del 46enne, tutto sarebbe partito da un violento diverbio esploso tra i suoi due figli- Lorenzo di 17 anni e Giampiero di 12 - che una settimana prima di Pasqua, avrebbero litigato, come avviene spesso tra fratelli, per contendersi un nuovo tablet. Durante l'episodio, avvenuto intorno a mezzanotte alla presenza, oltre che di Spagnolo, anche di altri testimoni, il figlio maggiore, che tra due mesi compirà 18 anni, avrebbe danneggiato parte dell'arredamento, e addirittura le porte interne della casa paterna, per poi scappare, raggiungendo alcuni conoscenti residenti a Copertino. Da quella sera, nulla è più tornato come prima.  

Sergio Spagnolo ha dichiarato di aver avvisato, il mattino successivo al litigio, l'assistente sociale del Comune di Salice Salentino che, ormai da alcuni anni , segue la sua famiglia. Sarebbe stata l'addetta ai servizi a rassicurarlo sull'accaduto, comprendendo anche l'origine di quei lividi sul viso del dodicenne. Presumibilmente colpito dal fratello maggiore, poco prima che il 46enne intervenisse per sedare l'alterco. Poi la sorpresa per l'uomo quando, due giorni addietro, i carabinieri si sono presentati assieme al bus di un istituto per minorenni, per comunicare che il dodicenne verrà portato via. "Un dispetto del figlio più grande" e lui non ci ha visto più, allertando il proprio legale, Massimo Bellini, "anche perché si sono presentati alla mia porta con un documento che non era un mandato ufficiale del giudice, ma un testo redatto a mano, in carta semplice", ha denunciato Spagnolo.DSC_0330-2

Quello del litigio tra i due figli, in realtà, rappresenterebbe solo una, sempre a detta dell'uomo, delle questioni irrisolte, lasciate tali per mettergli i bastoni tra le ruote. Ci sarebbero, secondo lui, persone che starebbe remando contro la sua famiglia. Un altro tassello importante, di questa intricata storia, è rappresentato da una terza figlia, una bimba di otto anni, che l'uomo ha avuto da una donna di nazionalità romena la quale, ottenuto un nullaosta di una settimana da parte del giudice per fare rientro nel proprio Paese, non sarebbe mai più ritornata in Italia, facendo perdere le proprie tracce e quella della bambina. Ora Spagnolo vuole vederci chiaro anche in questa vicenda. Sostiene di aver denunciato l'ex compagna e spera, attraverso l'impegno del proprio difensore, di intercettare notizie di quel viso di cui non gli è rimasto che una fotografia. "Vittoria è ancora inclusa nel mio nucleo familiare, assieme agli altri due figli" (entrambi nati in Germania, dove Spagnolo gestiva un ristorante, e poi rientrati in Italia - senza la madre - nel 2003).

Nel 2008 Spagnolo è incappato in alcuni guai con la giustizia, che gli sono costati cinque mesi di carcere. In quell'occasione, si è rivolto lui stesso agli assistenti sociali, chiedendo un sostegno per gestire la complessa situazione familiare, trovandosi da solo, con tre figli. I primi due, i protagonisti del litigio di un mese addietro, sono finiti  in un istituto di Torre Lapillo. La più piccola, assieme alla madre romena, sono state ospitate dal centro residenziale per minori di Monteroni di Lecce, da dove si sarebbero allontanate, senza poi fare rientro. "Avrò dei precedenti, ma sono un buon padre e ho una famiglia per bene. Ho una casa di proprietà molto grande nella quale vivono anche mia madre assieme ad una sorella".

Quando i figli sono usciti dall'istituto di Torre Lapillo, nel 2010, sono stati affidati al servizio di assistenza sociale, con il permesso di dormire nella casa paterna, svolgendo una vita normale. Entrambi frequentano regolarmente le lezioni, rispettivamente  il secondo anno dell'istituto tecnico commerciale "Olivetti" e la seconda classe della scuola media. Il colloquio richiesto, che è stato infine accettato, si svolgerà nelle prossime ore. I segnali di apertura, da parte del giudice, non sono mancati, delegando ai carabinieri l'ascolto delle parole del minore, che potrebbero rivelarsi determinanti per la sospensione dell'attuale provvedimento, o per l'adozione di altri. "Sono 15 anni che combatto per i miei figli. Oggi sono qui per essere ascoltato. Anche io e Giampiero abbiamo avremmo qualcosa da dire sulla vicenda, su un provvedimento emanato all'insaputa di tutti. O noi non abbiamo diritti?".

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