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Cronaca

Insostenibili i ritardi sui pagamenti. Manifestano i vigilanti della Asl

I dipendenti della ditta Securpol security lamentano stipendi arretrati e mancata erogazione della quattordicesima, oltre ad un'organizzazione del lavoro "discrezionale" ed un rapporto di lavoro full - time retribuito parzialmente. Manifestazione di Usb in prefettura

LECCE – Un appalto partito con il piede sbagliato e proseguito addirittura peggio. Così il sindacalista Usb, Gianni Palazzo, riassume la vertenza dei lavoratori di Securpol security rimasti senza stipendio dal mese di luglio. Allo stato attuale i vigilanti impegnati principalmente sul lotto 1 della Asl di Lecce, che comprende l'ospedale 'Vito Fazzi', e in parte sul lotto 2, reclamano due mesi arretrati più la quattordicesima relativa all'anno 2013. E per queste ragioni, unitamente alla mancata applicazione di alcuni istituti contrattuali, hanno incrociato le braccia nella mattinata di oggi, recandosi in prefettura per partecipare ad una manifestazione di protesta.

"Già l'anno scorso l'istituto di vigilanza, vincitore dell'appalto, in un primo momento si era rifiutato di assorbire l'intera forza lavoro impiegata dalla ditta precedente, ritenendo di dover assumere solo 17 su 21 unità. E ciò nonostante i dipendenti fossero tutti coperti dalla clausola sociale – racconta il sindacalista -. Grazie al nostro intervento, alla fine, tutti transitarono nella nuova società, ma da quel momento i problemi non sono mai mancati".

Gli stessi ritardi nell'erogazione degli emolumenti non sarebbero una novità per i vigilanti impegnati su presidi ospedalieri dell'azienda sanitaria. "A settembre i responsabili di Securpol hanno riconosciuto di dover pagare lo stipendio di luglio e la quattordicesima, ma è rimasta in sospeso la discussione sul mese di agosto", aggiunge Palazzo.

Putroppo il disagio vissuto dai lavoratori, molti dei quali alle prese con mutui da pagare e famiglie monoreddito da sostenere, non è circoscritto ai ritardi. Ma investe l'intera organizzazione del lavoro. Innanzitutto, nonostante siano stati assunti a tempo pieno, i lavoratori verrebbero retribuiti parzialmente, in base alle ore effettivamente coperte. "Il datore di lavoro non ci permette di raggiungere il nostro monte ore perché la restante parte è stata affidata a lavoratori esterni – denunciano gli interessati – ed il nostro stipendio equivale ad un part – time".

"Stanchi di non essere pagati"

Un particolare non trascurabile è dato dal fatto che l'ente appaltante, agli inizi di settembre, avrebbe implementato il servizio affidato alla società, affiancando in pianta stabile una seconda persona all'ingresso della portineria del Vito Fazzi.

"L'organizzazione dei turni avviene in maniera del tutto arbitraria – incalza Palazzo -. Basti pensare che i riposi retribuiti non vengono regolarmente concessi ogni cinque giorni, ma secondo la volontà dei vertici aziendali. Lo stesso dicasi per i venti permessi annuali che vengono dispensati non su richiesta dei lavoratori ma in forma discrezionale". 

La situazione, a conti fatti, avrebbe raggiunto i livelli di guardia: "Queste persone sono chiamate a garantire la sicurezza degli utenti e dei lavoratori della Asl, ma non possono svolgere serenamente il proprio compito – aggiunge il referente Usb -. Basti pensare che, durante la notte, il datore di lavoro ha provveduto persino a rimuovere i manifesti sindacali regolarmente affissi. La tensione è alle stelle".

Al fine di "ripristinare le condizioni di legalità" all'interno dell'istituto di vigilanza, l'Unione sindacale di base ha richiesto l'intermediazione della prefettura. Adesso si punta ad un tavolo tecnico capace di riunire insieme i rappresentanti legali della società, i sindacati ed i vertici della Asl di Lecce che, in quanto ente appaltante, pur risultando in regola con i pagamenti, "non può sottrarsi alle proprie responsabilità". 

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