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Cronaca Via Umberto I

Santa Croce tra sole e acciaio. E nel frattempo il restauro può attendere

A che punto sono i lavori di restauro della facciata dopo che a maggio dello scorso anno. Quando l'avvio definitivo ai lavori di restauro? Ma, soprattutto, il ministero per i Beni e le attività culturali immagina di finanziare i progetto?

LECCE – Pazienza se decine di coppie di giovani sposi resteranno immortalati nei video e nelle fotografie con alle spalle la facciata di Santa Croce ingabbiata. Se orde di turisti giunti nella città barocca, si porteranno a casa sequenze di scatti digitali che ritraggono tra acciaio e luna una delle più belle basiliche del mondo. Pazienza perché la pietra leccese non è marmo e muta col tempo. Col vento che soffia ora da sud, ora da est e leviga i riccioli lavorati di roccia calcarea. Perché roccia plasmabile è la pietra leccese. 5-69-14

Ma a che punto sono i lavori di restauro della facciata dopo che a maggio dello scorso anno, ma le avvisaglie sono antecedenti a questa data, quasi periodiche negli anni per un monumento così fragile, si verificò l’ennesimo distaccamento dalla facciata di alcuni frammenti di decorazione? All’anno zero. 

Ciò non significa che i lavori sono fermi, almeno questo pare di capire, ma che prima di parlare di restauro vero e proprio bisognerà attendere il 2014.  E così, se l’architetto incaricato dalla curia leccese Giuseppe Fiorillo dice “è da circa 1 anno che non riceviamo aggiornamenti sullo stato dei lavori dalla Sovraintendenza per i beni architettonici e paesaggistici”, se l’architetto della Sovraintendenza di Lecce, Giovanna Cacudi, responsabile del procedimento, alla domanda del cronista sulla tempistica del restauro, taglia corto e lo invita ad andarsi a leggere il cartello con le informazioni sui lavori all’ingresso di Santa Croce, se, tutto questo, allora si vanno a leggere quelle informazioni. 

2-245-10Che recitano, nella parte che più potrebbe interessare il comune mortale: “Basilica di Santa Croce, lavori di somma urgenza: interventi di agonistici e di monitoraggio della facciata con annesse opere di messa in sicurezza strutturale e delle superifici lapidee”. Altro passaggio importante: “Data inizio lavori 5 febbraio 2012. Durata lavori 730 giorni”. A conti fatti, questo primo stralcio di interventi dovrebbe concludersi all’inizio del prossimo anno.

Ed è quanto conferma il direttore tecnico di cantiere e amministratore della Nocolì srl, la ditta che si sta occupando delle indagini e delle possibili soluzioni per fermare il distacco dei frammenti: “Siamo a tre quarti del percorso – spiega Valentino Nicolì – ma è bene sottolineare che non stiamo parlando di restauro ma di lavoro propedeutico. Siamo intervenuti lì dove la possibilità di distacco della pietra era più concreto, abbiamo evitato il peggio, ma il nostro compito per adesso è monitorare il dissesto lapiedeo, continuare le ricerche attraverso  indagini mirate sulla pietra, insomma procedere con lo studio per poi avere un quadro generale quanto più definitivo possibile entro l’inizio del 2014. A quel punto – conclude – avendo tutta una serie di informazioni specifiche, si procederà con il restauro vero e proprio della facciata di Santa Croce”.

3-155-16D’altronde, la diagnosi sulla salute della pietra, nonostante già in passato sia stata oggetto di restauro, impone in futuro scelte quanto più possibile risolutrici. Si parla infatti di tracce abbastanza evidenti di danni strutturali causati da rigonfiamenti e ossidazioni dei ferri di armatura inseriti nella struttura durante l’ultimo intervento di restauro. Poi, di micro fessurazioni alle decorazioni lapidee e, non certo ultimo, il distacco generalizzato dei frammenti che hanno reso  necessaria la messa in sicurezza dei portali attraverso i ponteggi. Che garantiscono comunque l’ingresso dei visitatori nella chiesa e la possibilità di continuare ad ammirare lo splendido rosone su in alto. 

Ora resta ancora una domanda: quando l’indagine sarà completata e con essa saranno individuate le soluzioni per procedere al restauro, il ministero per i Beni e le attività culturali sarà disponibile e finanziare l’intervento. La domanda potrebbe essere girata al neo ministro Massimo Bray, leccese anche lui.

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