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Domenica, 28 Aprile 2024
La sentenza

Spintoni, schiaffi in volto e minacce di morte: 59enne condannato a due anni per maltrattamenti

Nel primo grado di giudizio arriva la condanna per l’uomo accusato di diversi episodi di violenza e intemperanza ai danni della moglie. Pena dimezzata rispetto alla richiesta del pm. La donna lo aveva denunciato e si era trasferita in casa di parenti

GALATINA – Nell’autunno scorso era finito sotto processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia aggravati e lesioni personali cagionati alla moglie per tre lunghi anni, sino a quando la donna, dopo essere stata medicata in ospedale dopo l’ultimo episodio di violenza, lo aveva denunciato presso il commissariato di polizia di Galatina.

Nelle accuse formulate dalla procura si contestavano diversi episodi nei quali, in preda a scatti di ira, l’uomo non esitava a spintonare e tenere bloccata per i polsi la moglie, a schiaffeggiarla in pieno volto tenendola per le braccia, e procurandole ecchimosi varie, e anche a minacciarla di morte.      

Si è concluso con la condanna dell’uomo, un 59enne, a due anni e un mese di reclusione, il primo grado di giudizio del processo che lo vedeva imputato.  La sentenza è stata emessa dai giudici della prima sezione collegiale del tribunale di Lecce, presieduta da Fabrizio Malagnino. Per lui il pubblico ministero, Luigi Mastroniani, aveva invece richiesto una condanna a 3 anni e 9 mesi.             

Lo stesso imputato era già stato raggiunto da una misura cautelare di divieto di avvicinamento alla moglie, ed è stato condannato anche al risarcimento del danno, da valutare in separata sede, in favore della vittima, che si era costituita parte civile con l’avvocato Antonio Palumbo.

Il 59enne, difeso dall’avvocato Luigi Pedone, potrà presentare appello alla sentenza di condanna, una volta depositate le motivazioni, attese entro i prossimi due mesi. Nella fase dibattimentale, attraverso il suo avvocato, ha rigettato le accuse mosse nei suoi confronti, ridimensionando gli episodi di maltrattamento e le intemperanze contestati, ritenendole come circostanze episodiche o sporadiche e non vessatorie, legate a dissapori con la coniuge.

Nell’ambito della denuncia e della ricostruzione della procura invece, gli episodi di maltrattamento si sarebbero ripetuti sin dal 2020 e sino all’estate dello scorso anno. Secondo l’accusa, perorata in aula, l’uomo avrebbe avuto un comportamento violento e minaccioso anche in presenza delle figlie minorenni della coppia. In alcune circostanze avrebbe portato anche le mani al collo della donna, bloccandola contro il muro o l’avrebbe sbattuta sul divano, pestandole i piedi e schiaffeggiandola.

Diverse anche le offese, le minacce e le intimidazioni verbali. Proferendo frasi del tipo: “Sei una pazza dovresti farti seguire da qualcuno dovresti ricoverarti perché non stai bene tutto ti si rivolgerà contro, non verrai creduta da nessuno e io uscirò a testa alta da questa situazione mentre tu ti dovrai vergognare”. E ancora: “ritieniti fortunata che non ho usato il coltello”. L’ultima minaccia contestata quella del 23 settembre scorso quando il 59enne inveiva contro la moglie, dicendole: “era meglio se ti avessi ucciso”.

Sulla base di tali avvenimenti, che hanno reso insostenibile la convivenza familiare, la donna, temendo anche per la sua incolumità, aveva poi deciso di trasferirsi presso la casa della sorella. Tramite il suo legale ha poi presentato la relativa denuncia che ha portato alla sentenza di primo grado nell'ambito del processo a carico del marito.  

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