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Domenica, 28 Aprile 2024
Effetti collaterali dell'incuria / Squinzano

Fiamme partono dalle sterpaglie, minacciano la stazione e bruciano cinque auto

Tre sono andate distrutte, altre due sono rimaste danneggiate. In una sorta di effetto domino, il rogo, sprigionatosi a Squinzano, ha attecchito sui rami di un albero nel parcheggio che, cadendo, a loro volta hanno provocato l'incendio dei veicoli 

SQUINZANO – Cinque autovetture bruciate, tre praticamente ridotte a un ammasso di lamiere fumanti e altre due intaccate dalle fiamme in maniera più lieve, ma comunque danneggiate. Un incubo che si è materializzato intorno alle 13 di oggi a Squinzano, proprio a ridosso del muro di cinta alle spalle del quale si trova la stazione ferroviaria. Un incubo che ha un nome ben preciso: incuria, che si tratti di grandi estensioni di terreno o piccole porzioni, come in questo caso.

Non c’è altra spiegazione, per quanto avvenuto, perché l’incendio è partito da alcune sterpaglie in un punto circoscritto della zona (si presume, ed è l'ipotesi al momento principale, proprio alle spalle del muro che divide la stazione dal piazzale), alla periferia della cittadina del nord Salento, e le fiamme hanno attecchito su un albero collocato in un’area usata come parcheggio per le autovetture. In una sorta di effetto domino, quando alcuni rami divorati dalle fiamme hanno ceduto, cadendo al di sotto, si è verificato il disastro: le vetture più vicine hanno iniziato a prendere fuoco e tre di esse sono, ora, praticamente da demolire, tale la rapidità della propagazione e la violenza dell’incendio.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, con squadre inviate dal comando provinciale di Lecce, e i carabinieri della stazione locale. Il rogo non è arrivato a provocare danni pure all’interno dello scalo ferroviario, ma quanto avvenuto all’esterno ha quasi dell’incredibile. Tre Fiat Grande Punto sono state colpite nettamente dai rami infuocati e, in pochi istanti, avvolte dalle fiamme, fino a rendere impossibile - anche perché molto pericoloso - qualsiasi intervento di volenterosi per provare a moderarne gli effetti. È stato necessario l’arrivo dei vigili del fuoco con le loro attrezzature. Anche una Fiat Bravo e una Seat Ibiza che si trovavano a ridosso della stessa area, hanno subito il riverbero delle fiamme, ma con danni inferiori.

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Tutte e cinque le autovetture appartengono a pendolari, cittadini che, per motivi di lavoro, usano il treno per spostarsi in altre località. Malcapitati che tutto si aspettavano, fuorché rientrare e trovarsi davanti a un simile disastro. Quanto alle cause scatenanti dell’incendio che dalle sterpaglie vicine ha raggiunto i parcheggi, al momento non sono note. Ma, chiaramente, non si tratta di eventi innescati dalla natura stessa. Dietro non può che esserci la mano dell’uomo, indipendentemente che si tratti di fenomeni dolosi o colposi. Il modo in cui, in linea generale, sono tenute diverse aree incolte nel Salento, come si denuncia a più riprese, invano, da anni, ha fatto il resto.

Il fuoco ha viaggiato indisturbato rischiando, per l’ennesima volta, di provocare qualche tragedia, al di là degli stessi danni materiali. Solo tre giorni addietro, a Santa Cesarea Terme, la pineta è andata in fumo e le lingue di fuoco si sono insinuate anche dentro strutture, come la discoteca Malè. Se n’è parlato molto, ma i dibattiti, come sempre, a queste latitudini in poco tempo lasciano il tempo che trovano e tutto resta inalterato. Le azioni concrete? Rinviate a tempo indeterminato. In attesa del prossimo incendio.

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