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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Sternatia

Messaggi, mail e “ricatti”: il sindaco Massimo Manera indagato per atti persecutori

Vittima, una donna con cui si era chiusa una relazione sentimentale e che sarebbe stata tormentata, anche seguita per strada. Lui avrebbe minacciato pure il suicidio: "Vediamoci o la faccio finita". La denuncia d'ufficio per violazione dell'ammonimento del questore

STERNATIA – La violazione dell’ammonimento del questore fa scattare d’ufficio la denuncia. Ed è quanto accaduto a un nome noto del panorama politico salentino, in quota al centrosinistra. A finire nel registro degli indagati, infatti, è stato Massimo Manera, 59enne. Avvocato di professione, a partire dal 1995 ormai al quarto mandato da sindaco di Sternatia (con una parentesi da vicesindaco dal 2004 al 2009) e dal 2013 presidente della fondazione “La Notte della Taranta”, l’ipotesi di reato contestata a Manera dalla Procura di Lecce è di atti persecutori.

La chiusura delle indagini preliminari, a firma del pubblico ministero Erika Masetti, risale ad alcune settimane addietro e Manera (difeso dall'avvocato Francesco De Stefano), in sostanza, è accusato di aver tormentato, fin dal 2021, una donna (rappresentata dall'avvocato Massimo Bellini) residente in un’altra località del Salento con cui aveva instaurato una relazione che, a un certo punto, era terminata per volontà di lei.

Qualcosa di strano si era subodorato nel febbraio dell’anno scorso, quando, all’improvviso, Manera aveva scritto un post piuttosto inusuale, annunciando la fine della sua storia d’amore. “Lo scrivo qui per evitare i paesani ed immancabili pettegolezzi”, aveva motivato. Appunto, un comportamento talmente strano per un primo cittadino, da essersi trasformato in notizia ripresa da molte testate, anche nazionali. Da qui, però, a pensare a una simile escalation, ce ne passa. E invece, ora il sindaco del piccolo comune dell’area ellefona rischia di finire a processo.

Secondo le indagini, le condotte di Manera (con messaggi in quantità, sia via mail, sia su Whatsapp, in qualche caso con epiteti non proprio gradevoli) sarebbero state tali da provocare un grave e perdurante stato d’ansia nella donna, che a un certo punto avrebbe iniziato a temere per la sua stessa incolumità. Arrivando al punto di non uscire di casa da sola, nelle occasioni pubbliche, ma sempre accompagnata da amiche.

Non solo. Manera sarebbe arrivato a vere e proprie forme di ricatto, minacciando il suicidio se lei non si fosse fatta viva. E non si sarebbe fermato di fronte al fermo diniego della donna, che ripeteva di voler essere lasciata in pace. Insomma, avrebbe continuato a subissarla di messaggi.

Sperando di riuscire a risolvere la situazione senza arrivare direttamente alla denuncia, la donna aveva così deciso verso la fine di ottobre del 2022 di recarsi in questura e richiedere l’ammonimento del questore, presentando le sue ragioni davanti alla divisione anticrimine. Ammonimento che sarebbe stato trasgredito a metà di dicembre, quando, durante un evento pubblico, a Lecce, i due si sarebbero incontrati per caso.

La donna, a quel punto, si sarebbe allontanata, per essere tallonata lungo le vie della città. E, in seguito, Manera avrebbe inviato alcune mail, accusandola di essere stata la causa di un tentativo di suicidio messo in atto la sera stessa dell’incontro, ingerendo diversi farmaci. Il sindaco fu effettivamente rinvenuto in stato confusionale dai carabinieri in una zona di campagna, nei pressi di una stazione di servizio dell'agro di Botrigno, e portato nell'ospedale di Scorrano per accertamenti.

"Presentata memoria difensiva"

Sulla notizia interviene con una nota il legale di Manera, l'avvocato Stefano De Francesco che precisa: "Per rispetto al lavoro della Magistratura, ci asteniamo, doverosamente, da qualunque commento sul merito alla vicenda. Il clamore mediatico (che speravamo non giungesse in una fase così prematura del procedimento) e il ruolo pubblico del Manera (rimarcato dai titoli della notizia già apparsi) impongono solo di precisare che abbiamo provveduto a rappresentare le nostre ragioni al Pubblico Ministero, anche attraverso una articolata memoria difensiva, supportata da ampia documentazione".

"Attendiamo pertanto serenamente - conclude - il lavoro e le decisioni dei Giudici, confidando che venga al più presto dichiarata la assoluta infondatezza della ipotesi di reato".

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