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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Surbo

Truffa all'Inps per 170mila euro con i falsi braccianti: inflitti 20 anni di reclusione

Si è chiusa la vicenda giudiziaria per i 44 imputati coinvolti nell’inchiesta su una società "fantasma". In 23 hanno patteggiato, 9 sono stati giudicati in abbreviato e i restanti hanno ottenuto la messa alla prova

SURBO - Sono state definite le posizioni ancora “sospese” nel procedimento sulla società “Luna Chiara Società Agricola a r.l.s.” a Surbo, la cui esistenza, solo cartolare, avrebbe garantito ai lavoratori di beneficiare degli indennizzi di disoccupazione e dei ristori Covid, arrecando un danno all’Inps di circa 170mila euro.
Dei 44 imputati per i quali è stata celebrata l’udienza preliminare, in 23 hanno patteggiato, in 9 hanno chiesto e ottenuto di essere giudicati col rito abbreviato abbreviato, mentre i restanti hanno ottenuto la messa alla prova. 
Le pene complessivamente inflitte, nei giorni scorsi, dalla giudice Giulia Proto raggiungono i vent’anni di reclusione.
E’ di due anni, più 1.400 euro di multa, quella inflitta col rito abbreviato a M.P., 45enne di Surbo, difesa dall’avvocato Mario Ciardo, che secondo l’accusa avrebbe svolto un ruolo cruciale nel raggiro posto in essere dal marzo del 2019 al giugno del 2020. 
La stessa pena, ma col beneficio della sospensione, è stata accordata dal presunto complice  I.B., 52enne di Surbo, attraverso l’avvocato Giancarlo Dei Lazzaretti. 
In particolare, nelle carte dell’inchiesta coordinata dalla sostituta procuratrice Maria Consolata Moschettini, la prima è indicata come l’amministratrice di fatto della società agricola che con la compartecipazione del 52enne, avrebbe approfittato delle gravi condizioni economiche di P.I., 49enne originario di San Pietro Vernotico, ma residente a Trepuzzi, per convincerlo a ricoprire la carica di amministratore, in cambio di aiuti finanziari e rassicurandolo che si sarebbe occupata comunque lei di tutto.
Quest’ultimo, con l’avvocato Christian Quarta, aveva già patteggiato (prima che venisse fissata l'udienza preliminare) tre anni e 10 mesi di reclusione e con lui altre quattro persone considerate falsi braccianti, ciascuna per pene sotto la soglia di un anno.
Oltre alla 45enne di Surbo, altri otto lavoratori sono stati giudicati dalla gup Proto col rito abbreviato, rimediando condanne che partono da 4 mesi e arrivano a un massimo di dieci mesi, per un totale di circa 6 anni. Pene analoghe (sempre da 4  a 10 mesi), per un totale di circa 13 anni, hanno riguardato i 22 imputati che come I.B. hanno scelto la via del patteggiamento.
Facevano parte del pool difensivo anche gli avvocati: Silvio Giardiniero, Chiara Fanigliulo, Fabio Corvino, Andrea Capone, Oronzo Chironi, Stefano Pagliola, Salvatore Leone, Cosimo Rampino, Giuseppe Talò, Carmine Giovanni Miglietta, Giuseppe Sessa, Giulio Insalata, Giuseppe Rampino, Marco Pezzuto, Giuseppe Bianco, Francesco D’Agata, Marcello Isceri, Viola Messa, Giuseppe Gennaccari e Loredana Pasca. 

Le indagini

L'inchiesta coordinata dalla pm Moschettini giunse ai seguenti riscontri: la società non aveva disponibilità dei terreni perché questi non sarebbero mai stati concessi in comodato d’uso dai proprietari; non c'era documentazione contabile e fiscale che provasse l’alienazione da parte dell’azienda di prodotti ricavati dalle dichiarate coltivazioni agricole nonché l’acquisto di beni (foto farmaci, materie prime) da impiegare nelle stesse coltivazioni; l’assenza di beni strumentali (trattori, macchine agricole) necessari alla coltivazione dei terreni; la mancanza di movimenti sul conto corrente aziendale che confermassero la corresponsione della retribuzione ai lavoratori o pagamenti a terzi.

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