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Lunedì, 29 Aprile 2024
Cronaca Veglie

Occhi aperti alla “banda del citofono”. Chiedono informazioni, ma svaligiano case

A Veglie, nei giorni scorsi, due episodi in rapida successione. Alcune telecamere hanno immortalato un'Audi scura e un soggetto con cappello e guanti. I complici appostati nell'abitacolo. Avvisati i carabinieri

VEGLIE – Audi station wagon di colore scuro, berretto da baseball con visiera (utile soprattutto a non mostrare troppo del volto davanti a telecamere posizionate in alto), guanti neri. Si muovono almeno in tre e usano la tecnica della citofonata per capire se in casa ci sia qualcuno, prima di mettersi all’opera e svaligiare appartamenti.

La segnalazione, in questo caso, arriva da Veglie. Da qualche giorno circola con insistenza un video sui canali social che ritrae l’auto appena descritta e uno dei tre soggetti, abbastanza chiaramente immortalati da una telecamera. Il caso viene messo in relazione dai cittadini a una serie di furti che sarebbero avvenuti in zona. LeccePrima ha fatto le sue verifiche e ha scoperto che la vicenda si fa risalire alla prima serata di venerdì 2 febbraio e che i furti sarebbero stati solo tentati. Anzi, proprio in embrione. Perché per due volte ai soggetti è andata del tutto buca. Dopo aver suonato al campanello di alcune abitazioni, infatti, i residenti hanno risposto. E a quel punto, via senza nemmeno tentare l’effrazione.

Pochi dubbi sul fatto che fossero malintenzionati. Non fosse altro perché in una circostanza si sono inventati una scusa per aver disturbato in casa (“stiamo cercando un meccanico”), in un’altra una diversa e più banale (“abbiamo sbagliato indirizzo”). Il tutto, a distanza di pochi minuti da un episodio all’altro, fra via Dante Alighieri e dintorni.

I casi in prima serata

I casi si sono verificati intorno alle 18,30 di venerdì. Ed è andata in questo modo. In una prima circostanza, l’Audi si è avvicinata a un’abitazione che si affaccia al piano terra. Due uomini sono rimasti in auto, solo il terzo, che sedeva sul sedile posteriore, è uscito per citofonare. Con aria circospetta si è avvicinato al campanello, ha dato una prima occhiata in giro, poi, con più decisione, si è approcciato per suonare alla porta.

La sequenza del tentativo di furto

In casa c’era una donna e, a quel punto, l’uomo ha chiesto se nelle vicinanze ci fosse un meccanico. Ma in zona non ve ne sono e la domanda deve essere apparsa sospetta. Non solo. Forse accortosi anche della presenza di una telecamera privata, il soggetto, alla fine, è rientrato nell’auto, che è poi ripartita per fare, però, poca strada. Arrivata l’Audi sotto il secondo obiettivo, stesso copione. Con la differenza che qui c’era un giovane, il quale deve aver intuito subito quale fosse la vera intenzione di quegli uomini, tanto da “esortarli” ad andarsene. E la fuga, improvvisando di aver sbagliato indirizzo, è stata in questo caso ancor più rapida.

Avvisati i carabinieri

Tutto questo, appunto, risale a venerdì, giorno in cui non sarebbero stati consumati effettivamente furti, e con episodi sono stati segnalati ai carabinieri della stazione locale. Ciò non esclude che la tecnica possa aver sortito effetti altrove. Bande di questo tipo si spostano abitualmente da un comune all’altro. Bene, allora, fare attenzione al modus operandi, tutt’altro che moderno, ma sempreverde. Anche perché le sorprese sono sempre in agguato.

Basti pensare a quanto accaduto nell’ottobre scorso a Melendugno, dove una donna non rispose al citofono, i ladri pensarono che l’abitazione fosse vuota e così tentarono di forzare gli ingressi con lei dentro, spaventata, che prese subito contatto con vigilanza e forze dell’ordine. Non furono acciuffati per poco.

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