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Approvato il bilancio consuntivo 2013. La minoranza: “Il Comune spende troppo e male”

Via libera da parte della maggioranza al rendiconto dello scorso anno. Per l'assessore Attilio Monosi ci sono segnali di miglioramento, ma l'opposizione non cambia idea: il "trucco" dei residui attivi serve solo a salvare i conti

LECCE – Via libera da parte della maggioranza al bilancio consuntivo del 2013. Un esito naturalmente scontato, dati i rapporti di forza all’interno di Palazzo Carafa, ma che non ha impedito che in fase di dibattito emergessero le prospettive totalmente antitetiche delle minoranza rispetto all’interpretazione dell’assessore Attilio Monosi. Che ha rivendicato passi in avanti sul fronte del contenimento della spesa  e che si è detto sereno per quanto concerne la condotta gestionale dell’ente.

I numeri dicono che l’avanzo di amministrazione della parte corrente è di 32 milioni di euro, di cui gran parte provenienti da quella sorta di versamento extra che il governo ha autorizzato per assestare la posizione degli enti locali comunque vittime del taglio progressivo dei trasferimenti statali. Le entrate tributarie sono state di 78 milioni di euro e quelle extra ammontano a circa 29.

Dal centrosinistra sono piovute le censure che già lo scorso anno accompagnarono l’approvazione del rendiconto: il quadro dipinto da Carlo Salvemini (Lecce Bene Comune) e da Antonio Torricelli (Pd) è quello di una situazione critica, apparentemente mascherata dall’iscrizione in bilancio di crediti che sarà impossibile esigere. Una tecnica questa non certo adottata solo dal Comune di Lecce tanto è vero che la Corte dei conti ha tracciato una panoramica nazionale davanti ad una commissione bicamerale sul federalismo fiscale: se la media italiana è di circa il 40 per cento della capacità di riscossione, il dato di Lecce riferito agli ultimi due anni è però pari alla metà. Praticamente esiste una montagna di soldi, che farebbe dormire sonni tranquilli anche all’amministratore più improvvido, ma solo virtualmente perché proprio non si trova il modo di incassarli.

Salvemini, riferendosi anche ai numeri citati in un data base del ministero dell’Economia e delle Finanza voluto per evitare in futuro tagli lineari agli enti, continua a ripetere che il Comune spende ancora molto e male in relazione ai servizi che poi è in grado effettivamente di offrire: i numeri del Mef dicono che Lecce, con un meno 19 per cento, è al sesto posto per scostamento percentuale negativo tra fabbisogno standard e spesa storica. 

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