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Collaboratori linguistici dell'ateneo "dimenticati". "Il loro lavoro è discriminato"

Cgil, Uil, Snals/Rua continuano a segnalare le condizioni di precariato sul posto di lavoro. E' polemica con l'amministrazione universitaria per il rinnovo del contratto integrativo. "Scarso confronto sulle modifiche della bozza"

LECCE - Una vertenza quasi dimenticata – quella dei lettori e collaboratori linguistici dell'ateneo – che i sindacati tentano di restituire all'attenzione pubblica. E' Flc Cgil la prima a partire all'attacco dell'amministrazione guidata da Laforgia segnalando "l'assoluta precarietà" in cui si trovano questi lavoratori.

Alcuni di loro, come per esempio quelli che operano presso il Buon Pastore, non avrebbero a disposizione computers funzionanti per poter inserire i dati nel registro elettronico e, quindi, precisa il sindacato "non possono ottemperare ad un obbligo contrattuale".

A ciò si aggiungerebbe la cronica mancanza di spazi adeguati: "Talvolta, come per esempio, nell'edificio Buon Pastore, sono costretti in locali angusti, scarsamente arredati, spesso adattati contestualmente ad archivi con la presenza di macchine rottamate e carte ammuffite". Locali, talvolta, aperti e incustoditi di cui in alcuni casi vengono anche espropriati.

Il sindacato torna a chiedere di voler porre rimedio ad una situazione "palesemente discriminatoria nei confronti di una categoria così importante per la formazione degli studenti dell'università del Salento". Se da un lato sembra indispensabile "ripristinare condizioni di lavoro minimamente dignitose e l'erogazione di servizi essenziali", dall'altro continua il braccio di ferro sulle condizioni contrattuali degli stessi lettori e Cel.

L'11 marzo, infatti, si è tenuta una riunione di contrattazione decentrata con questo punto all'ordine del giorno, per quanto Flc Cgil, Uil, Rua/Snals ne avessero chiesto il rinvio a causa dell'assenza - dovuta a cause di forza maggiore - dei colleghi rappresentanti di due sigle sindacali.

L'amministrazione "dimostrando l'ormai nota scarsa sensibilità ed ignorando il significato di corrette relazioni sindacali" ha respinto la richiesta di rinvio, motivando con l'urgenza di trattare l'argomento in questione. Secondo i sindacati, però, la motivazione addotta dall'amministrazione dell'ateneo (ormai in scadenza) sarebbe "paradossale visto che la stessa ha aspettato il 17 dicembre 2012, pochissimi giorni dalla scadenza del contratto, per convocare la prima contrattazione decentrata sulla materia".

"Come al solito ci hanno consegnato, seduta stante, una bozza di contratto integrativo pretendendo che ci esprimessimo senza aver avuto la possibilità di analizzare attentamente la bozza. - denuncia una nota sindacale – Bozza completamente priva delle premesse e, quindi, dei riferimenti normativi necessari per esprimere una fondata valutazione giuridica".

Un esame approfondito della bozza dimostrebbe come si ripropongano ai lavoratori "condizioni simili, se non peggiorative, rispetto alle precedenti". Le proposte di modifica avanzate dalle rsu e organizzazioni sindacali sarebbero state "semplicemente ignorate".

Peraltro, l'amministrazione continua a fare riferimento al regolamento del Cla che, con l'entrata in vigore del nuovo Statuto, "non ha più ragione d'esistere, o che al massimo andrebbe riformato per adeguarlo alle previsioni statutarie". Ciò, insistono i sindacati, inficierebbe la validità della bozza. "Inoltre, l'amministrazione non ha ancora proceduto all'applicazione di quanto disposto dalla legge 240 del 2010 non consentendo, in questo modo, di avere un quadro preciso sia della retribuzione spettante agli ex-lettori sia degli aventi diritto all'integrativo".

Questi presupposti sono indispensabili per definire il contratto integrativo, ma "l'amministrazione vuol fare ricadere sui lettori, collaboratori la responsabilità dei propri ritardi ed errori minacciando di bloccare illegittimamente la liquidazione della quota di integrativo".

Molti nodi complicano, a detta dei sindacati, la situazione di questi lavoratori: un "colpevole ritardo" nella convocazione della contrattazione integrativa; lo scarno confronto che si è avviato e, soprattutto, "l'assoluta mancanza di una volontà di mediazione tra le parti che porta a rigettare qualsiasi richiesta di modifica"; la "pretestuosità" degli argomenti opposti e "l'inconsistenza" dei richiami alle fonti di legge e regolamentari. Tutto ciò denoterebbe l'intenzione dell'amministrazione di "non voler pervenire alla sottoscrizione di un contratto integrativo e di puntare unicamente all'applicazione di atti unilaterali sulla base di una malintesa interpretazione delle norme e di secretati pareri chiesti all'avvocatura distrettuale di Stato".

Questa situazione ben nota anche alle cronache e che sembra protrarsi da lungo tempo, deriverebbe da "responsabilità unilaterali dell'amministrazione che,con il suo operato, ha sancito il detrimento politico della contrattazione integrativa dell'ateneo ed ha scardinato il sistema delle relazioni sindacali".

Cgil, Uil e Snals tornano a denunciare, quindi, "l'intransigenza della parte pubblica ed il tentativo di imporre scelte unilaterali", diffidando l'amministrazione dal porre in essere "comportamenti illegittimi ed antisindacali".

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