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Renzi a Lecce, fiume in piena contro la demagogia: "Cultura per battere l'ignoranza

Ieri sera l'ex premier alle Officine Cantelmo per presentare il suo libero. Invita al voto per Salvemini, difende le ragioni del Tap e attacca Lega e M5s

LECCE - “Un’altra strada”, il suo libro, è l’occasione per “tornare fra le persone”. Matteo Renzi, nel suo giro di presentazione delle “idee per l’Italia di domani”, tocca anche Lecce, facendo il pieno nelle Officine Cantelmo. E, introdotto dai senatori Dario Stefàno e Teresa Bellanova, mette in piedi un vero e proprio one man show in cui si scaglia contro “populismo e demagogia”, attaccando frontalmente Movimento 5 stelle e Lega su ogni versante. “Verità contro fake news. Lavoro contro assistenzialismo, usano il reddito di cittadinanza per tenerti al guinzaglio. Cultura contro ignoranza. Sono gli ultimi della classe che davano la colpa ai professori se non riuscivano ad andare bene e che improvvisamente si trovano leader”.

L’ex presidente del Consiglio divora il palco con  tutta la sua verve toscana, usando spesso l’arma di un sarcasmo tagliente, chiamando più volte gli avversari politici “cialtroni”, mettendo in piedi un dialogo ininterrotto con il pubblico e in mezzo al pubblico – che spesso interviene e al quale risponde -, sfiorando ogni argomento. E preannunciano la caduta dell'esecutivo. “L’effetto novità che questi governanti avevano, sta venendo meno. Il loro è un racconto dell’Italia assurdo. Il libro – spiega - nasce dal desiderio di una battaglia educativa e culturale. Questi signori stanno clamorosamente prendendo in giro gli italiani. Serve un paese connesso – aggiunge, riferendosi a Tav -, non le carrozze, che vorrebbe Danilo Toninelli”.

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“E’ facile fare il populista quando sei all’opposizione”, attacca ancora l'ex segretario del Pd. Che ricorda i fischi presi durante il suo mandato all'inaugurazione dela Fiera del Levante, quando difendeva le ragioni del Tap. “Poi è arrivato Di Battista, secondo cui sarebbero bastate due settimane per bloccarlo. Quanto durano due settimane, Di Battista? Tap giustamente va avanti”. Ovvero: “Il populismo è stata l’arma per andare al governo. Ma stanno distruggendo l’Italia e disintegrando se stessi. Una delle due non è male: disintegrare se stessi”.

Video: Matteo Renzi presenta "Un'altra strada" e attacca gli avversari

Invitando a votare per Carlo Salvemini e chiamando il centrosinistra a riprendersi la città, non manca anche di pungere l’attuale premier Giuseppe Conte  per il suo “anno bellissimo”, diventato un tormentone. “Certo – dice Renzi -: fatturato industriale meno 7 per cento, ordinativi industriali meno 5 per cento, indice  di fiducia delle famiglie ai minimi storici. Forse si riferiva alle previsioni del tempo”.

Verso la fine, non manca di menzionare la situazione giudiziaria dei suoi genitori. “Io sono un uomo delle istituzioni e non mi troverete mai a dire una parola contro un magistrato. Aspetto e rispetto la sentenze”. Poi, però, lancia i suoi strali contro il direttore de Il Fatto Quotidiano. “Sentenze per ora che ce sono due, di condanna. Per Marco Travaglio. Vorrei che iniziasse a pagare. E avrà modo di farlo per i processi che gli ho intentato io, perché dopo cinque anni è finito il tempo del buonismo”.

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“Sono anche figlio – aggiunge, tornando a parlare dei suoi genitori - e vivo questa pagina con incredulità e dolore personale. Mi sembra una questione abnorme e se non avessi fatto politica non ci sarebbe oggi quell’attenzione spasmodica su delle persone improvvisamente pedinate e sotto indagine per anni”. Parla, dunque, di “processo mediatico assurdo, kafkiano”, ma rivendica i motivi per cui ha scelto di intraprendere la strada della politica, fin dai tempi da primo cittadino di Firenze: “Lo fai perché credi in un grande ideale, per non perdere la fiducia in questo Paese. E non ci sarà nessun odiatore di professione che ci spingerà a fare falli di reazione, da cartellino rosso. Noi siamo quelli che rispettano i magistrati, e aspettano le sentenze. Il tempo è galantuomo”.

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