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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Primarie aperte contro il virus delle tessere impazzite: "Possibili se tutti d'accordo"

Edoardo Santoro ha presentato la sua candidatura alla segreteria provinciale del Pd. E' espressione dell'area Renzi, ma è appoggiato anche dai sostenitori di Michele Emiliano e dai lettiani. Sul gasdotto Tap: "Alla Camera i nostri deputati si dissocino"

LECCE – Primarie aperte per fermare il virus delle tessere impazzite. L’ammissione dell’errore commesso dall’organizzazione nazionale del partito nell’invio delle tessere per il 2013 porta acqua al mulino dei sostenitori di Matteo Renzi che predicano una consultazione aperta sin da luglio.

E oggi nella presentazione della candidatura di Edoardo Santoro  alla segreteria provinciale, Paolo Foresio, Donato Metallo e gli altri amministratori dell’area che fa riferimento al primo cittadino di Firenze - e con la quale è schierata una compagine composita che va dal gruppo di Michele Emiliano ai lettiani -, sono tornati alla carica: “Se tutti e quattro i candidati sottoscrivono un documento unitario, si può votare così come avverrà per la scelta del leader nazionale”, ha dichiarato il capogruppo del Pd al Comune di Lecce. In corsa per la leadership provinciale ci sono Salvatore Piconese, consigliere provinciale e sidnaco di Uggiano La Chiesa, Vincenzo Toma e Alfonso Rampino, anch'egli consigliere provinciale.

L’elettorato del Pd che sceglierà il prossimo segretario nazionale, infatti, sarà costituito non solo e non tanto dagli iscritti, ma da tutti i cittadini che intenderanno partecipare alle primarie, previa adesione simbolica ad un manifesto programmatico. In fondo, come è già avvenuto per selezionare il candidato premier del centrosinistra.

La commissione provinciale per il congresso presieduta da Alessandra Giammarruto, del resto, ha verificato che i conti non tornano: come punto di riferimento per l’invio dei pacchi di tessere è stata presa, erroneamente, l'anagrafe del 2009, quando il Pd aveva di certo più iscritti di quanti ne abbia oggi, e non il biennio 2011 – 2012, come prescrive il regolamento. Tra l’altro, proprio in quell’anno si tenne il congresso nazionale dal quale uscì vincitore Pierluigi Bersani (nel 2008 ci fu quello provinciale che elesse Salvatore Capone dopo il ballottaggio con Flavio Fasano) e non mancarono polemiche su un presunto tesseramento gonfiato.

santoro_pd 005-3Una seconda criticità riguarda le tessere in bianco, quelle che non recano la dicitura del circolo e che sono previste per un eventuale maggiore domanda: ne sono state riservate 2600 per il Salento, ma gli organi provinciali non sanno dire con certezza dove siano finite e con quale criterio siano state ripartite. A Roma in queste ore si sta vagliando attentamente la questione e da più parti si ritiene che non ci siano le condizioni basilari per tenere un congresso credibile. Non per dolo di qualcuno – si punta sulla buona fede -, ma per un errore che ha comunque determinato uno sfalsamento della consistenza attuale.

Santoro ha quindi rinnovato l’invito all’elezione diretta del segretario provinciale come metodo per recuperare un rapporto trasparente con i cittadini. Il sindaco di Cursi, che si avvia a concludere la sua esperienza di amministratore locale, punta a ridare nuova linfa ai circoli locali, luogo primario del confronto democratico del partito. A sostegno della sua candidatura sono state raccolte circa 200 firme in una ventina di circoli.

Santoro ha fatto accenno a due questioni che interessano ampie zone del Salento: una è quella dell’ampliamento della strada statale 16, Maglie-Otranto, l’altra è quella della Tap. A proposito della prima, si è chiesto retoricamente a cosa serva spendere decine di milioni di euro per una strada trafficata solo per due settimane all’anno, ad agosto. Sul gasdotto ha una posizione assolutamente contraria all’approdo a San Foca e auspica che nel passaggio alla Camera dei deputati, dopo l’approvazione di ieri in Senato del trattato trilaterale con Albania e Grecia, la rappresentanza di parlamentari salentini sappia separarsi dall’unanimità che ieri ha contraddistinto il voto del Pd (e del Pdl): “Se mancano i passaggi di discussione, la base non può incidere nelle scelte”.

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