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Consiglio al via, Alfredo Pagliaro presidente solo al terzo voto

L'esponente di Movimento Regione Salento, lontano dalla maggioranza qualificata, ha dovuto attendere quella relativa, con meno voti del suo vice, Paride Mazzotta. Dalla minoranza, Salvemini sollecita le dirette web delle sedute

LECCE – I mal di pancia passeranno, ha ripetuto nei giorni scorsi Paolo Perrone. Intanto, però, ci sono e si fanno sentire. E’ stata la risacca del malcontento tra le componenti del centrodestra a determinare l’elezione di Alfredo Pagliaro alla presidenza del consiglio comunale solo al terzo turno, quando la maggioranza necessaria da qualificata era passata a relativa. Alcune ambizioni non sono state gratificate e negli equilibri interni al centrodestra i malumori sono emersi in superficie. Inevitabili sono state dunque le complicazioni nella prima seduta dell’assise cittadina, questo pomeriggio a Palazzo Carafa, aperta con un minuto di silenzio per la morte del carabiniere Manuele Braj, di cui oggi si sono svolti i funerali di stato a Roma.

Per l’ex assessore a Igiene e Randagismo sono stati sedici i voti ottenuti alla prima chiama contro dodici bianche e una preferenza a testa per Inguscio e Lamosa (il consigliere Martella non ha partecipato). Al secondo giro le schede per Pagliaro sono salite a diciannove, le bianche sono rimaste dodici mentre una scheda ha indicato Lamosa. Una situazione non certo ottimale, perché in coerenza con la forza numerica della maggioranza, formata da 23 consiglieri, la proclamazione avrebbe dovuto essere solo una pura di formalità. E, nonostante l’assenza di Fiorino Greco, assente giustificato per un lutto in famiglia, con il voto del sindaco i conti si sarebbero chiusi comunque.

Invece è stato necessario attendere l’abbassamento del quorum perché Pagliaro diventasse il presidente della consiliatura. Alla terza votazione, infine, i diciannove voti sono stati più che sufficienti – ne servivano diciassette -, le bianche sono state otto, due per Lamosa e tre le nulle. Vice presidente vicario è stato eletto l’esordiente Paride Mazzotta, con 23 voti, mentre le opposizioni hanno votato in maniera compatta – come annunciato - per Antonio Torricelli, che ha ricevuto nove voti e che sarà dunque l’altro vice.

Incassata la nomina e ringraziata l'aula, l’esponente del Movimento Regione Salento, ha convocato per domani mattina alle 10 la prima riunione dei capigruppo. Paolo Perrone ha poi indossato la fascia tricolore per prestare giuramento alla Repubblica e alla Costituzione e poi ha formalizzato la composizione della giunta, già presentata alla città il 16 giugno. 

"Auspico a tutti buon lavoro – sono le prime parole del presidente Pagliaro - Sarò il presidente di tutta l’assise cittadina, superpartes nell’interesse della città e dei suoi cittadini che oramai guardano con molta attenzione al lavoro dell’Amministrazione Comunale. Decisioni importanti attengono a questa nuova consiliatura per cui sarà sollecitato l’intervento da parte di tutti i consiglieri che hanno a cuore questa città e le problematiche da risolvere. Auguriamoci che l’assise consiliare sia sempre più utilizzata per confronti seri e costruttivi lasciando da parte, dunque, vecchi rancori che non porteranno a nessun risultato utile per la nostra collettività”.

Tra i particolari simbolici del pomeriggio a Palazzo Carafa, la composizione della prima fila di banchi: dalla parte della maggioranza, a parte Pierpaolo Signore, c’erano cinque ex assessori e un consigliere con delega: Giuseppe Ripa, Massimo Alfarano, Gianni Garrisi, Lucio Inguscio, Nunzia Brandi e Roberto Martella che negli anni scorsi si è occupato di servizi sociali. Sul lato della minoranza gli esordienti Paola Leucci (Loredana per Lecce), Saverio Citraro (Lecce Bene Comune), Luigi Melica (Udc) più Carlo Salvemini (Lecce Bene Comune) e Loredana Capone (iscritta al gruppo misto) che vantano già un’esperienza da consiglieri ma che non erano parte dell’ultima consiliatura. Dietro di loro, i quattro riconfermati del Pd: con il neo capogruppo Paolo Foresio, Sergio Signore, Antonio Rotundo e Antonio Torricelli.

gigi-2Salvemini ha subito chiesto al presidente del consiglio comunale di accelerare l’iter per la trasmissione in diretta web sul sito istituzionale delle prossime sedute, riproponendo così una questione di cui si era già ampiamente discusso negli anni passati e che sul finire della consiliatura ha trovato faticosamente una regolamentazione nella commissione Statuto presieduta da Daniele Montinari. Ora si tratta soltanto di essere consequenziali. 

Fuori programma: "Comune in dissesto, ma quanto ci costate!"

L’assise cittadina, convocata per le 16 è iniziata intorno alle 17. Strette di mano, abbracci e flash, cittadini accorsi a Palazzo Carafa per non perdersi la “prima”. E non è mancato il fuori programmam come si deduce dalla foto. Qualunquista? Antipolitico? Fate un po’ voi. Fatto sta che un cittadino non nuovo a sortite movimentiste - e tra i "rottamatori" del Pd cittadino - ha esposto un cartello con su scritto: “Ecco quanto ci costate in un anno: un milione e 400mila euro per le indennità al sindaco, agli assessori e ai consiglieri comunali. E’ una vergogna, tenuto conto che il Comune è virtualmente in dissesto. Ecco la nostra proposta: portarli a 700mila euro e col risparmio costruire un asilodo nido. Firmato, un gruppo di cittadini”.

Tra volti vecchi e nuovi

 

 

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