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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica

Aria di “fusione” nella Grecìa Salentina: 9 Comuni potrebbero diventare presto un’unica cittadina

Dopo la tanto dibattuta fusione di Presicce-Acquarica nel 2018, nove centri della cosiddetta “Grecìa storica” potrebbero diventare un paese unico. Terminato lo studio di fattibilità, nasce il comitato: punta a un totale di 12 centri, per risparmiare “14 milioni di euro a consiliatura”

LECCE – Soffia ancora aria di "fusione" sul Salento. L’Unione dei Comuni, a quanto pare, non basta più. L'idea è quella di accorpare nove paesi dell’area cosiddetta “Grecìa storica”, quella istituita tramite la Legge nazionale 482 sulle minoranze linguistiche e con una delibera provinciale. Parliamo di Calimera, Martano, Martignano, Sternatia, Zollino, Corigliano d’Otranto, Castrignano de’ Greci, Soleto e Melpignano, ma non solo.

Il “grande progetto” prevede infatti l’estensione, in un secondo momento, anche ad altri tre Comuni che non rientrano formalmente nella Grecìa storica: Cutrofiano, Carpignano Salentino e Sogliano Cavour. Terminato lo studio di fattibilità, durato circa un anno e condotto sotto traccia, ora è stato istituito il comitato del “Sì”, quello favorevole al referendum pro-fusione. E già si avverte nell’aria lil clima burrascoso e polemico che intaccherà nei prossimi mesi quella  porzione di entroterra salentino. Sulla falsariga di quanto avvenuto in occasione del calvario politico che ha portato alla fusione di Presicce-Acquarica nel 2018 - con due comunità spaccate nella scelta -  e che LeccePrima aveva seguito nelle sue concitate fasi.

Era stata la prima, in Puglia, dopo l’ultima negli anni Settanta. Ma in quell'occasione vi avevamo raccontato anche degli altri progetti salentini che si avviavano verso la stessa direzione "fusionale". Lo studio sulla fattibilità del progetto della Grecìa Salentina, intanto, si è appena concluso e sarà presto illustrato ai cittadini e alle cittadine dell’area, dopo aver “incontrato i singoli amministratori, di maggioranza e minoranza, per correttezza istituzionale”, dichiara Luigino Sergio, ex sindaco di Martignano ed esperto nelle procedure per le fusioni degli enti. “Illustreremo dapprima ai Comuni, poi al territorio, i vantaggi e svantaggi di una simile operazione. Ascolteremo la popolazione in tutte le forme previste dalla legge regionale”, prosegue il portavoce del neonato comitato.

La comunità a cui si fa riferimento conta circa 44mila abitanti: questi i residenti di un’eventuale, nuova cittadina. Se poi la fusione dovesse essere estesa anche agli altri tre borghi, come confida il comitato, la popolazione salirebbe a 55mila. Così come accaduto per Presicce-Acquarica, va da sé che la motivazione di una simile iniziativa non possa essere legata soltanto a questioni di identità linguistica e culturale, quanto a ragini più squisitamente economiche: “Lavoriamo già da anni alla Unione dei Comuni, che però non ha esortato effetti sperati”, prosegue Sergio.

Stando all’ex primo cittadino martignanese, i singoli enti comunali spenderebbero, per ogni consiliatura, 19 milioni di euro. Con la fusione, secondo lo studio, la spesa pubblica si attesterebbe invece ad appena 5 milioni, risparmiandone dunque 14. Questa la battaglia che si appresta a condurre il comitato composto da trenta promotori tra ingegneri, docenti universitari, avvocati, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione, imprenditori ed ex amministratori locali tra i quali Lorenza Ria, già parlamentare ed ex presidente della Provincia di Lecce; Sandro Frisullo, già vicepresidente della Regione Puglia e undici ex sindaci.

La replica dei sindaci contro la proposta

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