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La Regione Puglia non rimborsa i malati di tumore, pignorate somme in tesoreria

Sono nove, oramai, le sentenze del giudice di pace che riconoscono il diritto al risarcimento delle spese sostenute dai pazienti presso il centro privato di Cavallino dotato di Pet Tac. Ma l'istituzione regionale ha ottemperato solo a due di esse

LECCE – Sono circa cinquanta i pazienti oncologici che si sono visti riconoscere dal giudice di pace di Lecce il diritto al rimborso integrale della spesa sostenuta per sottoporsi all’esame diagnostico della Pet-Tac presso un centro privato alla porte del capoluogo. L’ultima sentenza di condanna – al momento sono nove - è stata depositata nel giorni scorsi da Giuseppe Paparella negli uffici di via Brenta.

Eppure, commenta il Codacons Lecce, la Regione Puglia ha ottemperato solo alle prescrizioni dei primi due dispositivi, tanto che nei giorni scorsi si è proceduto al pignoramento presso la tesoreria delle somme relative alle altre sette, contro le quali l'istituzione regionale ha presentato appello. L’indirizzo giurisprudenziale è ormai chiaro: nell’ultima causa discussa, i tre malati affetti da patologie tumorali sono stati difesi da Massimo Todisco, responsabile dell’ufficio legale del Codacons.

Come noto, la Regione destina alle strutture che operano in regime di convenzione con il servizio pubblico, come il centro di Cavallino in questione, un budget che però non è sufficiente a soddisfare tutte le richieste. E questo pone i pazienti, che certo non possono attendere molto, davanti al dilemma se pagare di tasca propria e affrontare comunque i costi e i disagi del trasferimento nella struttura sanitaria più vicina dotata di Pet-Tac, come l’ospedale “Perrino” di Brindisi dove comunque i tempi di attesa non sarebbero mai inferiori ai 90 giorni.  In questo modo viene dunque calpestato, i giudici lo hanno scritto più volte, l’inalienabile diritto alla salute.

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