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Ad un mese dalle elezioni, la metà delle plance elettorali è ancora in strada

La Lupiae Servizi ha garantito che entro il 5 aprile "libererà" le vie occupate dalle batterie per la cartellonistica elettorale. Risale all'8 febbraio la pubblicazione delle foto con i disagi per pedoni e disabili provocati dall'invasione dei marciapiedi

LECCE – Una decina di giorni dopo lo svolgimento delle elezioni politiche, l’Ufficio tecnico del settore Lavori Pubblici del Comune di Lecce, ha richiesto formalmente alla Lupiae Servizi di rimuovere le plance elettorali collocate in città, in base all’articolo 2 del disciplinare che regola i rapporti tra l’ente e la società partecipata.

Già circa venti giorni prima delle consultazioni, con tanto di documentazione fotografica, questa testata aveva segnalato come la cartellonistica elettorale avesse invaso la città, in qualche caso senza rispetto nemmeno per gli scivoli per i disabili. Nei giorni successivi alcuni lettori hanno completato la denuncia, inviando altre foto che si commentavano da sole. Il consigliere comunale del Partito democratico, Antonio Rotundo, aveva anche presentato un’interrogazione per conoscere le ragioni del ritardo.

In una nota del 26 marzo la Lupiae ha risposto alle sollecitazioni dell’amministrazione comunale, precisando che 800 delle 1500 plance erano state già rimosse e che il compito sarà ultimato comunque entro il 5 aprile. Precedenza è stata accordata a quelle collocate nel centro storico e nelle vie adiacenti.

 “Il ritardo – è scritto – è stato causato dalla pioggia dei giorni scorsi che ha impedito la conclusione dei lavori, nonché da sopravvenute e non prevedibili circostanze relative alla richiesta, da parte dell’amministrazione comunale – settore Lavori pubblici -, di immediato sgombero dei locali di via Bonaventura Mazzarella e di via Vecchia Carmiano, immobili da riconsegnare nel possesso dei rispettivi proprietari e nei quali era allocato buona parte del materiale elettorale. Non si trascuri il fatto che gli operai addetti al servizio, dal 1 febbraio ultimo scorso, lavora ad orario ridotto”. L’auspicio è che non si torni subito alle urne.

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