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“Salute uguale per tutti”. “Scorrano Lab” difende a denti stretti l’ospedale

Il laboratorio civico ed apartitico, alla luce dell’assemblea sul futuro del locale nosocomio, evidenzia le proprie critiche al piano regionale e chiede “omogeneità” nella distribuzione e nella tutela dei diritti degli utenti

SCORRANO - Il destino dell’ospedale di Scorrano sta a cuore non solo alla comunità cittadina, ma a quello dell’ampia utenza del comprensorio che usufruisce dei servizi. L’assemblea di ieri sera, alla presenza della vicepresidente regionale, Loredana Capone, non ha dato grandi certezze, lasciando aperte le questioni nodali sul riordino del sistema.

Scorrano Lab”, comitato cittadino, civico ed apartitico, nato recentemente con l’obiettivo di monitorare le dinamiche socio-politiche che ruotano intorno al paese, interviene sulla vicenda con una propria nota, evidenziando l’incongruenza del piano regionale della salute, che distingue tra  definisce “Area vasta” o “comprensorio”, con riferimento al territorio di Scorrano descritto come “Comprensorio Basso Adriatico”.

Il rischio concreto, secondo il direttivo del laboratorio civico, è quello di vedere aree omogenee e confinanti, che, invece, di essere viste come tutti rispondenti all’unica ed uguale domanda di salute dei cittadini, per “scelte incomprensibili”, siano interpretate (usando termini forzati) come “aree sfigate” o “politicamente protette”. Per i membri di “Scorrano Lab”, esiste una “netta penalizzazione” in assegnazione di posti letto nel comprensorio adriatico, ben al di sotto del parametro di riferimento regionale (“solo 209 su una popolazione di circa 158mila abitanti, relativo ai distretti interessati di –Maglie, Martano e Poggiardo - il cui fabbisogno è di oltre 450”).

Inoltre, dito puntato contro la “disomogeneità” nella individuazione e distribuzione per area delle specialità chirurgiche e mediche, con doppioni in alcune aree ed assenze in altre. Sguardo anche alla mancanza di “sostanziali finanziamenti per rendere appropriati e recettivi alcuni presidi di riferimento rispetto ad altri” e allo scarso sviluppo della sanità territoriale (residenze sanitarie assistite, Hospice-Day Service) per la “tanto acclamata deospedalizzazione”; in buona sostanza, “si chiudono i piccoli ospedali, senza creare alternative alla ospedalizzazione”.

“A noi – dichiarano - risulta comunque incomprensibile, alla luce dell’attuale realtà, sia la evidente disomogeneità tra le aree comprensoriali individuate dal piano della salute della regione sia l’inutilità della costruzione di una nuova struttura ospedaliera”. La megastruttura sarebbe inutile per dimensioni, sede e bilancio economico. Pertanto, da “Scorrano Lab” chiedono equità distributiva delle risorse finanziarie, con omogeneità delle specialità chirurgiche e mediche per rendere “efficace”, “efficiente”, “economica” la risposta sanitaria alla domanda di salute del Comprensorio.

 

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