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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Auto di lusso, bar e centro scommesse: sequestrati beni di un affiliato Scu

Il provvedimento eseguito questa mattina dalla polizia a Nardò. Si tratta del patrimonio di Roberto Longo. Il suo è un nome noto alle cronache anche per un recente blitz nel mese di aprile, nel quale furono disposti 8 arresti per spaccio di cocaina

LECCE – Maxi sequestro dei beni, per un valore di 400mila euro, nei confronti di un uomo ritenuto affiliato della Sacra Corona Unita. È stato eseguito nelle prime ore di questa mattina, a Nardò: la polizia ha apposto i sigilli alle attiità commerciali, conti vancari e auto riconducibili a Roberto Longo, 55enne del luogo finito nuovamente sulle pagine delle cronache locali per un blitz ad aprile scorso.

Sotto sequestro (finalizzato a una successiva confisca) un fabbricato, tre auto di lusso, un bar, un centro scommesse  e diversi conti correnti e depositi bancari, oltre a certificati di deposito. Il provvedimento è stato disposto dal Tribunale di Lecce ed eseguito dalla Divisione anticrimine e dalla Mobile, in collaborazione con gli agenti del commissariato neretino. Quello di Longo è un nome “eccellente” e storico della frangia neretina della Scu, attiva nei territori della cittadina e delle sue marine, così della vicina Galatone.

Al termine di una complessa indagine, che ad aprile aveva portato a otto arresti disposti dalla Direzione distrettuale antimafia, Longo era stato ritenuto a capo di quella organizzazione dedita allo spaccio di cocaina sulle piazze del circondario. Nei suoi confronti la gip Giulia Proto aveva così disposto l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma il suo nome è legato anche ad altre vicende giudiziarie, tra le quali l'operazione antimafia  "Omega Bis", condotta nel 2017 dai carabinieri della compagnia di Brindisi.foto 2-22

Nei giorni scorsi, la Sezione Riesame e Misure di Prevenzione del Tribunale del capoluogo salentino – su proposta del questore e del procuratore della Repubblica di Lecce - ha emesso un decreto di sequestro preventivo patrimoniale dei beni ritenuti riconducibili al 55enne, sebbene formalmente intestati a suoi famigliari. L’attività di verifica di natura patrimoniale ha evidenziato come Longo, pur non avendo formalmente dichiarato redditi sufficienti a giustificare le sue rilevanti disponibilità economiche, avrebbe incrementato il proprio patrimonio “imprenditoriale” facendo ricorso anche all’intestazione di beni ai congiunti.

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