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“Tra estro e tecnica”, per studiare i restauri del duomo neretino

Nuovo studio di Maria Vittoria Mastrangelo, al centro di una pubblicazione che verrà presentata venerdì. E il comitato scientifico de "Gli Argonauti", su volontà del direttore Danieli, si tinge sempre più di salentinità

 

NARDO’ – “La Cattedrale di Nardò: mille anni di storia neritina tra arte, tecnica, terremoti e leggende”. È questo il titolo di un incontro-dibattito, che si terrà venerdì 18 novembre, alle ore 18.30, presso la sala del convento dei Carmelitani di Nardò. Nel corso della serata dal carattere fortemente storico, verrà presentato il libro di Maria Vittoria Mastrangelo “Tra estro e tecnica. Storia e restauri del duomo di Nardò”. Interverranno il sindaco Marcello Risi, Benedetto Vetere, docente dell’Università del Salento, l’autrice e il direttore della collana “Gli Argonauti” delle edizioni Eurom, Francesco Danieli, che modererà il dibattito.

La millenaria vicenda che si snoda attorno alla cattedrale di Nardò è emblematica per descrivere i passaggi nodali che hanno segnato la formazione e la stesura di una teoria del restauro, così come oggi conosciuta ed applicata: sono serviti diversi secoli per formare una coscienza dell’opera d’arte da tutelare e conservare. Nel duomo neritino, tutto concorre a redigere una vicenda unica ed affascinante, a tratti drammatica e romanzesca, per tutti sicuramente divertente ed istruttiva.

Lo storico Danieli precisa il valore di questo importante volume che arricchisce la collana da lui diretta: “Si rinnova – afferma - con questa pubblicazione il Comitato scientifico della collana, che si caratterizza per la sua salentinità: a Mauro Bortone (presente fin dalla fondazione), si aggiungono, infatti, Gianfranco Budano e Fernando Guida”.

“Ho voluto affianco a me – prosegue - il meglio dell’intellettualità salentina, scegliendo tra studiosi ‘liberi’, politicamente e ideologicamente, che amano la propria terra ma sanno guardare al di là del proprio naso. Questo significa promozione culturale del territorio, in un’ottica di apertura su scala nazionale e non localistica. Molti testi della collana romana, infatti, trattano così argomenti salentini strappandoli al campanilismo e presentandoli al vasto pubblico”. 

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