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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Procreazione assistita, Cgil protesta: "La struttura ritorni operativa"

Davanti alla momentanea sospensione del centro medico per la procreazione assistita dell'ospedale di Nardò, i portavoce dal sindacato hanno chiesto un incontro urgente con l'assessorato alla Sanità

NARDÒ - Era stato ufficialmente attivato, pochi giorni addietro  a Nardò, presso l'ospedale "Sambiasi", il primo centro medico regionale per la procreazione assistita (Pma),  funzionante in regime di day - service, praticamente ambulatoriale. Nella regione Puglia ne sono stati aperti altri due, che operano invece in day-hospital, con un ricovero giornaliero che, per quanto breve va ad incidere sui costi e sulle lungaggini burocratiche.  L'idea di impiantare un simile centro all'interno del nosocomio neretino, non è certamente casuale. Evitare la migrazione di coppie verso altre regioni, è solo uno dei motivi. La realtà è un'altra: il Salento è una regione con serie emergenze ambientali, che hanno inciso negativamente sulla fertilità delle coppie, provocando gravi disfunzioni nella procreazione.

Nella penisola salentina vi è una forte richiesta di interventi, che ora potrebbero essere messi a rischio da una direttiva, giunta da un ufficio amministrativo regionale, che ha momentaneamente bloccato il servizio sanitario, per giunta richiesto da numerose coppie provenienti anche da altre regioni. Ostacoli burocratici, quelli contenuti nella nota partita da Bari, che per la Cgil di Lecce  costituirebbero  baluardi legati non ad una volontà politica, quanto, presumibilmente, all'intenzione dei dirigenti regionali di equilibrare il numero degli assistiti che, c'è da scommetterlo, si riverserebbero soprattutto nel centro neretino. Dove gli esami di laboratorio, propedeutici al percorso della coppia, sono infatti previsti dai cosiddetti Lea (livelli di assistenza essenziale) che, disciplinati a livello nazionale,  garantiscono, ai pazienti,  accertamenti e terapie a titolo gratuito. Con una riduzione di introiti.  Per le prestazioni non coperte dai Lea, invece, è prevista una quota a carico della coppia.

Il regime di day - service ha già attirato centinaia di pazienti, ora in lista per la prestazione sanitaria. "Per giunta, l’ospedale di Nardò, che, secondo le disposizioni del piano di rientro, sarebbe in chiusura, riceverebbe nuova linfa vitale con l’apertura del Centro, il secondo in tutta regione. Un’opportunità di ripresa e di crescita non solo per la struttura ospedaliera, ma per lo stesso territorio", hanno fatto sapere i portavoce del sindacato.  "Per questo non riusciamo né a vedere, né a comprendere quali e dove siano gli ostacoli all’operatività del centro pma, il cui piano operativo diagnostico e terapeutico è pienamente rispondente alla regolamentazione regionale vigente. Se ci sono degli interessi a rallentare l’attivazione del centro, crediamo che questi interessi siano estranei al benessere dei cittadini e ai loro bisogni", hanno concluso. Prima, però, hanno richiesto un incontro urgente chiediamo un incontro con i rappresentanti dell'Assessorato regionale alla Sanità, per rendere operativo il centro quanto prima.

 

 

 

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