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Domenica, 28 Aprile 2024
Il tema riguarda tutti

Bollette in vetrina? Il caro energia azzoppa anche famiglie ed enti

Alcune associazioni di categoria hanno proposto agli affiliati di esibire l'aumento del costo dell'energia rispetto al 2021, ma anche i cittadini sono alle prese con costi almeno raddoppiati. Necessario un fronte comune anti speculazione

LECCE – I rincari esorbitanti delle bollette di gas e luce non sono solo un problema per le imprese, ma per tutti i cittadini, senza dimenticare gli enti pubblici: le previsioni del servizio economico-finanziario del Comune di Lecce, per esempio, dicono che a fine 2022 la spesa aggiuntiva potrebbe essere di 1,3 milioni di euro. Già nel primo semestre è stato pagato mezzo milione di euro in più rispetto allo stesso periodo del 2021.

Le famiglie, dal canto loro, hanno già toccato con mano l’effetto drammatico dell’inflazione – ora quasi al 9 percento – trascinata dall’aumento delle materie prime e delle fonti fossili in particolare e c’è molta preoccupazione per i prossimi mesi: la mancanza di un governo nel pieno delle sue funzioni ritarda l’adozione di misure emergenziali di contrasto ma anche una adeguata programmazione in vista dell’inverno. Ogni nucleo familiare di questo Paese sta già pensando alle piccole strategie quotidiane per attutire l’impatto del caro bollette sul proprio reddito in attesa che termini la propaganda elettorale e si inizi concretamente a pensare a cosa fare, da subito.

Ecco perché la decisione di alcune associazioni di categoria di invitare i propri affiliati a esibire sulle proprie vetrine il confronto tra l’ultima bolletta e quella del periodo corrispondente del 2021 rischia di diventare un boomerang, di alienare la comprensione invece di favorirla, nonostante le buone intenzioni. I clienti di bar, ristoranti, negozi mettono già in conto un ritocco dei prezzi perché sono anche loro vittima di questa drammatica congiuntura, stanno già mettendosi le mani in tasca per pagare le proprie utenze. Insomma, il tema vero di tutta questa vicenda è racchiuso in un paio di domande: qual è il margine tollerabile degli aumenti? Su chi deve essere scaricato il conto finale? Del resto - non prendiamoci in giro - alcune dinamiche speculative, legate per esempio alla stagione turistica - sono di molto precedenti all’invasione dell’Ucraina e a tutte le conseguenze che ha determinato.

Quel che servirebbe, piuttosto, è un patto anti speculazione che tenga insieme famiglie, imprese, industria, tutti dalla stessa parte della barricata perché una crisi economica come quella che potrebbe maturare dall'attuale fragile contesto politico e internazionale non risparmierà quasi nessuno, chi più, chi meno. La capacità di reggere l'urto del Paese dipenderà dalla disponibilità a redistribuire in maniera proporzionale il carico di questa fase molto complicata. Dopo il 25 settembre, data fissata per le elezioni politiche, toccherà ai vincitori decidere quale linea seguire: finito il tempo della propaganda, arriverà quello delle decisioni concrete.

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