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In trincea da quindici anni, con passione e contro ogni avversità

A febbraio del 2007 nasceva LeccePrima. Quanta strada, da allora, con sfide sempre più complesse. Il ruolo della stampa locale online in un mondo che cambia

“Una goccia nell’oceano del web lanciata verso il futuro”.

Con questo titolo, il 6 febbraio del 2007, io e il collega Vincenzo De Filippi aprimmo le danze. LeccePrima emetteva il suo primo vagito.

Quel giorno, si affacciava su Internet una realtà destinata a cambiare in modo radicale la percezione di Lecce e del Salento nel mondo. Perché Lecce era, all’epoca, una delle poche città in Italia a non avere ancora una testata online. Non, almeno, nel senso contemporaneo del termine. Ovvero, che agisse in tempo reale e che raccontasse a una platea più vasta dei suoi stessi confini, la cronaca, la politica, le trasformazioni sociali e le aspirazioni del lembo più estremo del Paese. Trasferendo, dunque, fatti ed emozioni in ogni angolo più remoto del globo, ovunque si trovi un salentino e chiunque, in generale, innamorato di questa terra, voglioso di conoscerla in profondità, al di là dei tuffi estivi durante le vacanze mordi e fuggi.             

Se rileggo le parole scritte quindici anni or sono in quell’editoriale, rivedo me e Vincenzo con una punta di nostalgia. E non solo perché eravamo più giovani (ma giusto un po’). Eravamo proprio due avventurieri pazzi con una valigia piena di sogni. Perché ci vuole davvero un pizzico di pazzia ad aprire un giornale, senza un euro in tasca, e convincere i primi collaboratori che sì, andremo lontano. Ci crediamo.

Era, però, una follia calcolata, se così si può dire, perché il mondo stava già virando prepotentemente verso la comunicazione web. Quindi, sapevamo alla perfezione cosa stessimo facendo e avemmo l’intuizione di partire prima che si muovessero i colossi editoriali. Il vantaggio accumulato ci ha permesso di crescere in maniera abbastanza rapida, di acquisire credibilità. Ma restando per sempre da soli, ovviamente, non avremmo raggiunto una dimensione professionale e strutturata. Così, quando arrivò l’opportunità di entrare a far parte dell’universo Citynews, all’epoca astro nascente ma già con le idee molto chiare, demmo la svolta definitiva.

Se mi guardo indietro, ogni tanto ho i brividi: quanta strada abbiamo percorso. E, chissà, forse il nostro esempio è servito anche ad altri per avere il coraggio d’intraprendere lo stesso cammino, e non sto parlando di chi godeva di solide basi economiche e quindi poteva permettersi di nascere già robusto. Così, oggi il Salento vanta diverse testate online ed è un bene. La concorrenza mantiene vivi, il confronto fa comprendere meglio i propri sbagli, il pluralismo delle opinioni è garantito.

Le difficili battaglie di oggi

Quante cose sono cambiate, da quei primi giorni in cui era tutto un fermento, si lavorava dallo studio di casa mia con ciabatte elettriche volanti e cavi da tutte le parti. In tanti sono passati e altri sono arrivati, portando il proprio carico di valori e capacità, accettando una sfida complessa. Qualcuno è anche andato via, non sempre i rapporti sono stati amorevoli. Dolori di crescita, inevitabili. Ma la squadra che compone LeccePrima, lo devo dire, ha gli attributi. Al netto di qualche “buco” e degli errori che, umanamente, tutti noi possiamo commettere e che fanno parte del percorso di vita professionale. Il giocattolo, però, sta sempre in piedi perché si lavora con passione.

Molto è cambiato, si diceva. Il mondo stesso e, con esso, gli ostacoli da superare. Due anni di pandemia hanno messo a dura prova qualsiasi redazione di giornale, quindi figurarsi quella, minuscola, di una cittadina di provincia. Confrontarsi con un tema di tale portata, in cui occorre scindere categoricamente fatti scientifici (spesso non d’immediata comprensione) da fake news, beccandosi per giunta ogni giorno palate di letame dall’esercito di negazionisti, mette a dura prova anche le pellacce già abituate a ogni tipo di battaglia.

Così come sta diventando difficile mantenere alta la bandiera del diritto di cronaca, davanti alle storture introdotte con la norma della ministra Marta Cartabia sulla presunzione d’innocenza, soggetta a troppe interpretazioni e che comporta un eccesso di potere in mano ai procuratori (un tema sul quale è probabile che torneremo successivamente con altri articoli, più esplicativi). Un tentativo di controllo a monte delle notizie (vere) che ha del paradossale, se si pensa che con i social pullulano, senza alcun reale filtro, teorie cospirazioniste, offese, minacce. Una virata senza precedenti verso una sorta di medioevo informativo.     

La stampa locale non è di serie B

Queste e diverse altre vicende, stanno dando filo da torcere ai giornali, specie a quelli online, che hanno nel Dna la necessità di essere rapidi. Ma è necessario rimanere in trincea, a combattere, perché la stampa locale non è di serie B. Piuttosto, è la spina dorsale del giornalismo in Italia. La stampa locale colma quei vuoti che, spiace dirlo, si verificano ogni giorno sotto la cinta di Roma, dove ogni cosa sembra meno importante.

Ci pensavo proprio stamattina, mentre mi passava sotto gli occhi un ampio e dettagliato servizio di RaiNews24 su una decina di arresti della polizia per immigrazione clandestina, soggetti con base a Milano e che agevolavano il trasferimento di migranti africani verso la Francia.

Bella indagine, per carità, ma davvero nulla a che vedere con l’operazione “Astrolabio” del Gico della guardia di finanza di Lecce, di ben altra portata, sviluppata fra Salento, Calabria, Bari, Venezia, Albania, Turchia e Grecia, che ha smantellato una delle più vaste reti di trafficanti di vite umane mai esistite sulle rotte balcaniche, quella interna e quella via mare. Un’operazione i cui effetti sono concreti, tangibili, osservabili. Non ricordo da anni, infatti, una così prolungata assenza di sbarchi sulle coste salentine. Eppure, quell’operazione, epocale, non ha avuto una cassa di risonanza adeguata sui media nazionali.

Così come, rimanendo proprio alle ultime ore, nessun risalto ha avuto la molotov lanciata contro la caserma dei carabinieri di Neviano, pochi giorni dopo il blitz dell'Arma per associazione mafiosa. Lasciando perdere il fatto che si sarebbe scoperto subito dopo trattarsi di una bravata di due ragazzini nemmeno maggiorenni, senza in apparenza alcun legame con il blitz, la vicenda ha comunque di per sé una connotazione molto grave, perché è indice di disprezzo verso lo Stato, è sovraccarica di simbologia negativa. Fosse accaduto altrove, vi avrebbero dedicato interi talk-show.

E allora, tanti auguri LeccePrima, per i tuoi primi quindici anni. Finché ognuno di noi sarà in grado di battere le dita su una tastiera, continueremo a raccontare il Salento in tutte le sue forme, a raccontarlo non a noi stessi, ma al mondo, sentendoci nel frattempo, sempre, orgogliosamente parte di quella grande famiglia chiamata stampa locale, che lavora con coraggio, spesso con pochi mezzi finanziari, sfidando di continuo avversità e solo perché ha scelto, come missione, quella di informare. 

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