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Domenica, 28 Aprile 2024
La vicenda si è intrecciata con l’inchiesta “Re Artù” / Nardò

Procreazione assistita, cancellata localizzazione a Muro. Via libera alla Tecnomed

Con un atto dirigenziale dell’8 giugno scorso l’ente regionale ha dato esecutività alla sentenza del Tar e riavviato l’iter che consentirà ora la realizzazione del Pma di secondo livello nella sede di Nardò. Dopo ritardi e diffida, si sblocca la situazione

NARDO’ -  Dopo la sentenza favorevole pubblicata il 28 aprile scorso e l’accoglimento del ricorso, l’attesa di oltre quaranta giorni per dare esecutività alle determinazioni dei giudici, e un atto di diffida indirizzato agli enti che procedevano a rilento nella riformulazione della procedura di autorizzazione, si sbocca pressoché definitivamente la vicenda della realizzazione di un Centro di procreazione assistita di secondo livello a Nardò.

Con un apposto atto dirigenziale dell’8 giugno scorso la Regione Puglia ha rimesso le cose al suo posto: dichiarando l’inammissibilità della richiesta di verifica di compatibilità del Comune di Muro Leccese, a seguito della istanza di autorizzazione alla realizzazione del Pma della società “I Giardini di Asclepio”, ora Prodia srl. Ed esprimendo contestualmente parere favorevole, in relazione alla richiesta di verifica di compatibilità del Comune di Nardò, a seguito della istanza di autorizzazione alla realizzazione del Centro di procreazione medicalmente assistito di secondo livello, da parte della società “Tecnomed-Centro medico biologico” srl di Nardò.

Si chiude dunque il cerchio dell’intricata vicenda che ha avuto un lungo trascorso nelle aule della giustizia amministrativa e che aveva avuto un suo epilogo definitivo alla fine di marzo (provvedimento pubblicato poi a fine aprile) quando i giudici della seconda sezione del Tar di Bari avevano sentenziato l’annullamento tutti gli atti della Regione Puglia, dell’ex direttore generale della Asl di Lecce e dei pareri autorizzativi dei Comuni interessati, che avevano dato il via libera per la realizzazione del Centro di procreazione medicalmente assistita di II° livello, a Muro Leccese in favore della sede operativa  de “I Giardini di Asclepio”, ora Prodia srl.

A seguito di quella decisione del tribunale amministrativo il legale della Tecnomed, Bartolo  Ravenna, aveva inviato, già all’inizio del mese di maggio, una diffida alla Regione, ai Comuni di Nardò e Muro Leccese e alla Asl, invitandoli a dare esecuzione alla sentenza, istruendo correttamente l’stanza della Tecnomed e rilasciando quindi tutte le relative autorizzazioni necessarie alla realizzazione del centro di procreazione assistita presso la sede neretina di via XX Settembre.

A tale diffida formale solo il Comune di Nardò ha risposto e comunicato tempestivamente la riapertura dell’iter procedurale per quanto di sua competenza. Non si aveva contezza, sino a qualche giorno addietro, invece, delle determinazioni della Regione e della Asl, tant’è che lo stesso legale della Tecnomed aveva predisposto e presentato, il 14 giugno scorso, un nuovo ricorso per ottemperanza della sentenza, sempre presso il Tar di Bari. Avanzando anche la richiesta della nomina di un commissario ad acta e una istanza risarcitoria di danni nel caso del protrarsi del ritardo nella esecuzione dei dettami della sentenza.

Il tutto però sembra oramai appianato dalla determinazione regionale che, ritornando sui suoi passi, ha ora fornito il suo parere favorevole alla richiesta della società Tecnomed, rigettando quella de “I Giardini di Asclepio”. E questo farà quindi venir meno le ragioni del ricorso.

Sul peso della decisione definitiva del Tar di Bari, e della ottemperanza ora della sentenza da parte della Regione, fanno leva anche i riferimenti legati all’inchiesta “Re Artù”, tuttora in corso, sul presunto scambio di favori tra politica e sanità locale e che ha visto coinvolti, a vario titolo, anche personalità eccellenti del mondo della sanità, della politica e della pubblica amministrazione e dell’imprenditoria.

In particolare i giudici amministrativi avevano valorizzato l’apparente sviamento di potere che aveva condotto ad un provvedimento, anche solo per questo meritevole di revisione da parte delle amministrazioni resistenti, dando atto che la determinazione del dicembre del 2021 con cui il Comune di Nardò aveva concluso negativamente il procedimento sull’istanza del maggio del 2020 di Tecnomed, risulta “inficiata dal medesimo vizio di istruttoria che avvince i pareri emanati dalla Regione Puglia e dall’Asl di Lecce”.

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