Dopo il blitz “Fortezza”, via agli interrogatori: in silenzio il presunto boss
Si è avvalso della facoltà di non rispondere Ivan Caraccio, il 32enne ritenuto a capo di una delle due organizzazioni che si sarebbero contese il mercato della droga a Casarano. Stessa scelta per altri 10 finiti in carcere. Risponde solo un arrestato
CASARANO - E’ rimasto a bocca chiusa, dinanzi alla giudice del tribunale di Lecce Giulia Proto, Ivan Caraccio, il 32enne ritenuto a capo di una delle due associazioni che si sarebbero contese il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti a Casarano.
Assistito dall’avvocato Antonio Venneri, il presunto boss (già coinvolto nell’inchiesta “Diarchia”) ha preferito avvalersi della facoltà di non rispondere e la stessa scelta è stata presa anche dagli altri uomini finiti con lui in carcere, quattro giorni fa, con l’operazione “Fortezza” (qui, i dettagli). Solo uno di questi, Floriano Chirivì, 43enne di San Donaci (Brindisi), assististo dall'avvocata Anna Centonze, ha risposto alle domande per negare gli addebiti.
Sono rimasti in assoluto silenzio: Marco De Vito, 39enne (con l’avvocato Venneri); Luca Marco Franza, 29enne, e Davide Falcone, 34enne, (difesi dall’avvocato Ladislao Massari); Luigi Calabrese, 30enne, Angelo Moscara, 48enne, e Matteo Toma, 36enne (difesi dall’avvocato Simone Viva). Tutti di Casarano; Giovanni De Vito, 36enne di Matino (con l’avvocato Luigi Corvaglia).
In tre, sebbene si siano sottratti all'interrogatorio, hanno comunque inteso rilasciare dichiarazioni spontanee nel tentativo di chiarire la propria posizione, e sostanzialmente per rigettare le accuse. Stiamo parlando di: Janus Krasnici, 34enne montenegrino, residente a Lecce, (difeso dall’avvocato Massari); Giovanni Corsano, 22enne di Casarano (con l’avvocato Rocco Rizzello); Salvatore De Gaetani, 40enne di Ugento (con l’avvocato Mario Coppola).
Tra i destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dalla gip Proto, ci sono anche Gianni Casto, 32enne di Casarano, per il quale sono stati disposti i domiciliari e .Antonio Amin Afendi, il 32enne ritenuto a capo della organizzazione contrapposta a quella di Caraccio. Ma per lui, la morte, alla quale era riuscito a sfuggirenel 2016, salvandosi da un agguato, stavolta non gli ha lasciato scampo ed è stata più tempestiva della giustizia: è stato assassinato con tre colpi di pistola, per strada, solo qualche giorno prima del blitz.
Per approfondire l’inchiesta:“ Afendi e Caraccio erano i leader che si contendevano il primato dei traffici”; “Omicidio di Afendi, la giudice: “È maturato in un contesto di elevata consistenza criminale”; "Anni di attriti e un tragico epilogo: dietro gli spari, un lungo romanzo criminale"; "Operazione "Fortezza", due gruppi organizzati come imprese criminali e un interesse comune: la droga".
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