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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

Abusi all’ombra de “Il Molo”, condannati ex assessore e rappresentante legale. Assolti in 7

Si è chiuso così il processo nato dell'inchiesta su presunti illeciti commessi nella realizzazione del chiosco bar nella marina leccese di San Cataldo, di cui Luca Pasqualini è ritenuto il proprietario. Non reggono gran parte delle accuse. La difesa: "Pronti al ricorso"

LECCE - Si sono sgonfiate le accuse nel processo su presunti illeciti commessi per realizzare il chiosco-bar “Il Molo” a San Cataldo, sequestrato nell’ottobre del 2018 nell’ambito delle indagini condotte dalla sostituta procuratrice Roberta Licci e dal collega Massimiliano Carducci (qui, tutti i dettagli). Solo due dei nove imputati sono stati riconosciuti responsabili di un episodio di abusivismo edilizio e per tentata truffa alla Regione - contestati a vario titolo con quelli di abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici, corruzione - e per questo condannati a un anno e mezzo di reclusione, con il beneficio della pena sospesa.

Si tratta dell’ex assessore del Comune di Lecce Luca Pasqualini, 52enne leccese (tra i principali imputati anche del processo ancora in corso nato dall'inchiesta sulle case popolari assegnate in cambio di voti), ritenuto amministratore di fatto della “L.F. s.r.l.s”, proprietaria del chiosco e committente dei lavori, e Rossana Capoccia, 53, di Lecce, legale rappresentante della stessa società.

Il dispositivo è stato emesso nelle scorse ore dalla seconda sezione penale del tribunale di Lecce, composta dal presidente Pietro Baffa, dal giudice Luca Scuazzarella e dalla giudice Roberta Maggio e contempla l’assoluzione con le formule “per non aver commesso il fatto” e “perché il fatto non sussiste” per: Maria Antonietta Greco, 70 anni di Lecce, in qualità di dirigente comunale del settore Urbanistico; Giancarlo Pantaleo, 68 anni di Monteroni, responsabile dell’ufficio comunale Demanio; Daniele Buscicchio, 66 anni di Lecce, nelle vesti di responsabile comunale dell’ufficio Paesaggio; l’architetto Luigi Maniglio, 73 anni di Lecce, ex dirigente del settore Urbanistica; Vincenzo Gigli, 75 anni di Lecce, all’epoca dei fatti, presidente pro tempore della commissione Paesaggio del Comune; Caterina Delle Canne, 64 anni di Lecce, amministratrice della Idea Line, Alfredo Barone, 68 anni di Lecce, in qualità di titolare della “Idea Line srl”.

Ha retto la tentata truffa contestata a Pasqualini e Capoccia, poiché secondo l’accusa, per ottenere un finanziamento di oltre 80mila euro con fondo di garanzia dalla Regione, nel 2017, i due avrebbero attestato falsamente di avere il requisito essenziale, quello del mantenimento del possesso della struttura per un periodo quinquennale successivo al termine dell’investimento. Circostanza non veritiera, in considerazione del fatto che tutti i titoli del chiosco sarebbero stati provvisori.

Entrambi sono stati assolti, invece, dal reato di abuso paesaggistico perché estinto, essendo già stato ripristinato lo stato dei luoghi, e da quello di distruzione o deturpamento di bellezze naturali “perché il fatto non sussiste”.

Ha annunciato il ricorso in appello, non appena saranno depositate le motivazioni della sentenza (entro trenta giorni), il difensore di Pasqualini, l’avvocato Giuseppe Corleto, che ha commentato così l’esito del dibattimento: “Prendiamo atto della sentenza, che ridimensiona assai sensibilmente l’accusa. Assoluzione piena per i gravi reati di corruzione, abuso di ufficio e falso. Il pm oggi ha chiesto la assoluzione per il solo reato di corruzione e la condanna per tutti gli altri reati a complessivi 5 anni di reclusione. Residuano dunque un reato edilizio, che chiariremo in appello essere insussistente e che comunque si prescrive tra 5 mesi, e una tentata truffa in danno della regione Puglia che riteniamo incomprensibile e nella quale Pasqualini figura come amministratore di fatto di una società e che pure siamo certi di chiarire in secondo grado”.

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