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Cronaca Santa Cesarea Terme

Presunte truffe anche in 14 centri per migranti: arresto, delle 6 interdittive una per un finanziere

Tre filoni investigativi che, nella mattinata di oggi, hanno portato all’esecuzione delle sette misure emesse dal gip del Tribunale di Lecce ed eseguite dalle fiamme gialle di Otranto. Un 54enne di Trepuzzi in manette

SANTA CESAREA TERME – Un terremoto giudiziario travolge una società edile, con sede a Santa Cesarea Terme e colui che le avrebbe procurato fatture false. Tre i filoni di indagine che hanno fatto deflagrare la polveriera. Il primo è relativo all’accordo con il quale la società avrebbe frodato il Ministero dell’Interno relativamente a 14 Cas (i Centri di accoglienza straordinari per migranti, che fanno  capo alle prefetture). Il secondo solco investigativo ha invece riguardato altre sospette frodi fiscali in ambito turistico e, infine, il terzo ha coinvolto l’azienda edile per presunti danni ambientali posti in essere da uno degli indagati di oggi a Marittima di Diso dei quali vi abbiamo riferito nell’articolo del 18 maggio scorso. Oltre a un complesso di case vacanza abusive, in quell'occasione gli è stato  contestato anche lo smaltimento illecito del materiale di risulta proveniente dalla falesia di Santa Cesarea Terme e poi disperso nelle zone del cantiere.

Nella mattinata di oggi i militari della guardia di finanza di Otranto, guidati dal comandante Davide Santuccio, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di sette persone. Un 54enne di Trepuzzi, Giuseppe Mazzotta, il sospetto procacciatore di fatture false, è finito ai domiciliari. Per altri cinque è scattata l’interdittiva dall’esercizio della propria attività imprenditoriale e per un finanziere addirittura la sospensione dall'esercizio dei pubblici uffici. Si tratta rispettivamente di Guido Cozza, 60enne di Santa Cesarea Terme; Fernando Margilio, 64enne nato a Squinzano; Gabriele Solombrino, 41enne originario di Copertino; Cosimo Serino, 56enne   di Laterza, nel Tarantino e, infine, di Fernando Toraldo, 72enne nato a Lizzanello. Il militare interdetto dall'esercizio dei pubblici uffici è invece Italo Cozza, quasi 51enne di Santa Cesarea Terme. A ulteriori 28 individui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini.

Le misure sono state richieste dal sostituto procuratore della Repubblica Massimiliano Carducci e disposte dal gip del Tribunale di Lecce Marcello Rizzo. Gli indagati sono stati accusati, a vario titolo, dei reati di frode in pubbliche forniture, rivelazione di segreto d’ufficio, accessi illegali alle informazioni delle banche dati, truffa, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Sono in corso di esecuzione i sequestri di conti correnti e immobili per un valore di oltre due milioni di euro, pari al profitto dei reati contestati agli indagati.

 L’inchiesta, che si è snodata tra il 2018 e il 2020, parte dall’utilizzo di alcune fatture false emesse dall’unico arrestato nei confronti della società di Santa Cesarea Terme. Documenti che inizialmente avebbero riguardato un finanziamento comunitario in ambito turistico, ottenuto proprio per la costruzione di un albergo nella località termale. Ma che ha poi condotto le fiamme gialle idruntine verso altri scenari simili. Quello dei sospetti abusi edilizi, per esempio, nella prestigiosa località balneare di Acquaviva di Marittima di cui abbiamo parlato precedentemente. E poi ancora i militari sono approdati nel porto di un’altra, iniziale evidenza: la società di Santa Cesarea terme, che gestiva 14 dei Cas presenti in provincia per l’accoglienza dei cittadini stranieri, non avrebbe rispettato il capitolato e tutta un'altra serie di dettami.

Per cominciare, secondo le ricostruzioni della guarda di finanza, non avrebbe fornito il personale richiesto sufficiente per i servizi ai migranti. E non avrebbe inoltre erogato altri servizi, a volte anche a livello igienico e relativo alle mense. Numerose richieste di rimborsi errati e non corrispondenti, pur incassando fondi ministeriali, che hanno dunque acceso diverse spie d’allarme. Gli ospiti stranieri, stando a quanto accertato dalle fiamme gialle, vivevano in condizioni diverse da quelle previste dai contratti di servizio e delle pubbliche forniture somministrate.

In alcuni casi, inoltre, la società avrebbe certificato la presenza di diversi cittadini stranieri che in realtà si erano allontanati dalle strutture da diverso tempo, in modo tale da percepire la quota giornaliera spettante per la presenza sul territorio nazionale.  Il quadro complessivo degli elementi a disposizione ha portato il giudice per le indagini preliminari a disporre l’arresto nei confronti dell’uomo che gestiva le “società cartiere” procacciando fatture false alla società di Santa Cesarea Terme. E’ stato infatti ricostruito un meccanismo di frode fiscale finalizzato a evadere l’imposta sul valore aggiunto, che ha prodotto una massa impositiva sottratta all’Erario pari a circa 3,5 milioni di euro di ricavi non dichiarati, in aggiunta alle violazioni dell’Iva, oltre a generare un giro di fatture per operazioni inesistenti di circa 2 milioni di euro.  Il giudice ha poi proceduto con l’interdittiva nei confronti di altri cinque imprenditori e con la sospensione di un pubblico ufficiale, ironia della sorte un appuntato scelto presso il comando delle fiamme gialle di Otranto, accusato di esserrsi introdotto in alcune banche dati alle quali aveva accesso in quanto militare, tra cui quella dell'Agenzia delle entrate, divulgando informazioni protette. 

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