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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca

L’ex sindaco Pierpaolo Cariddi: “Nessuna pressione, ma mi scuso con la comandante”

I due principali indagati nell’inchiesta Hydruntiade hanno cercato di chiarire la loro posizione, rispondendo alle domande dei pm. Dopo gli interrogatori, le difese cercheranno di ottenere un’attenuazione della misura

OTRANTO - Interrogatori fiume oggi nel carcere di Borgo San Nicola per i due principali indagati nell’inchiesta denominata “Hydruntiade” che lo scorso settembre ha stravolto la “città dei martiri”, di cui sono stati i principali rappresentanti: i fratelli Pierpaolo e Luciano Cariddi.

E’ stato quest’ultimo, già sindaco di Otranto (dal 2007 al 2017),  a sostenere per primo il confronto. Alle 9.30, affiancato dai suoi avvocati, Michele Laforgia e Viola Messa, si è presentato dinanzi alla procuratrice aggiunta Elsa Valeria Mignone e alla sostituta Giorgia Villa, per rispondere alle domande nel tentativo di chiarire la sua posizione e gli addebiti contenuti in 950 pagine di ordinanza di custodia cautelare e in migliaia di pagine dell’inchiesta.

Lo stesso ha fatto, dopo di lui, per circa tre ore, a partire dalle 13, il sindaco dimissionario Pierpaolo Cariddi, accompagnato dagli avvocati Gianluca D’Oria e Alessandro Dello Russo.

Si è parlato di appalti, rispetto ai quali ha cercato di fornire indicazioni di natura tecnica, dei suoi rapporti con alcuni imprenditori ritenuti illeciti dalla magistratura e della vicenda delle presunte pressioni nei riguardi della comandante della Capitaneria di porto, Elena Manni, per ottenere la revoca dell’ordinanza di divieto di transito, balneazione e ogni attività umana nell’area interessata dal progetto, nonostante la zona sia catalogata come a pericolosità elevata.

“Mi scuso con la comandante se i toni sono sembrati eccessivi dal punto di vista istituzionale, e appena potrò lo farò di persona, ma la mia unica intenzione era quella di chiudere la procedura, da tempo pendente, e per la quale avevamo già provveduto ad acquistare le boe per delimitare le aree di balneazione”: questa in sintesi la sua versione.

La prossima mossa delle rispettive difese sarà quella di ottenere un alleggerimento della misura.

Una settimana fa, Pierpaolo Cariddi, che già da tempo ha rassegnato le dimissioni da sindaco, è stato anche sospeso, dall’Ordine degli ingegneri di cui fa parte e questo potrebbe giocare a suo favore nella valutazione dei giudici, chiamati a decidere se concedergli i domiciliari, in merito al rischio di reiterazione del reato.

I fratelli sono nel penitenziario di Lecce dal 12 settembre scorso con l’accusa di essere promotori e organizzatori di un’associazione a delinquere finalizzata al compimento di vari reati contro la pubblica amministrazione.

Sono numerosi gli episodi (dal dicembre del 2017 alla primavera di quest’anno) che li tirano in causa e che, secondo il quadro accusatorio, sarebbero tutti legati dallo stesso comun denominatore: asservire la funzione pubblica per avvantaggiare imprenditori facoltosi, soprattutto nel settore turistico, che in cambio avrebbero dato appoggio elettorale.

Dopo l’arresto, entrambi avevano deciso di avvalersi della facoltà di non rispondere, per avere più tempo di visionare le carte del copioso fascicolo, e una volta terminato questo lavoro, avevano chiesto e ottenuto di essere ascoltati dagli inquirenti.

Con loro, sott’accusa ci sono altre otto persone: Aldo Emanuele Maggiulli, 56enne di Muro Leccese, ingegnere e già dirigente comunale dell’area tecnica del Comune di Otranto; Roberto Aloisio, ingegnere 50enne di Maglie e componente dell'ufficio tecnico comunale idruntino; Giuseppe Tondo, geometra 69enne di Otranto già dirigente dell'ufficio Ambiente del Comune; Marco Maggio, tecnico 40enne di Cannole; Salvatore Giannetta, imprenditore 63enne di Minervino di Lecce e proprietario di numerosi supermercati; Raffaele De Santis, 73enne, presidente di Federalberghi;  Roberto De Santis, imprenditore 64enne di Martano; Luigi Bleve, 61enne imprenditore, gestore tra l'altro del Country Club.

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