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Cronaca

Era agli arresti domiciliari, ma con eroina nascosta in cucina

Nei guai un 51enne leccese dopo che i carabinieri hanno deciso di approfondire il controllo in casa. La sostanza celata dietro a un pensile

LECCE – Un controllo in casa come tanti, normale routine per chi è sottoposto agli arresti domiciliari, solo che in questo caso spunta l’eroina. L’ingegnoso nascondiglio dietro un pensile della cucina non è bastato a ostacolare i carabinieri della Sezione radiomobile di Lecce che, scovata la droga, hanno condotto l’uomo in caserma e, sentito il pubblico ministero di turno, Massimiliano Carducci, l’hanno dichiaro in arresto.

Ora si trova nuovamente ai domiciliari, ma rischia l’aggravamento della misura, tanto più che il suo non è certo un nome inedito nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti. Si tratta, infatti, di Luca Frisone, leccese di 51 anni, una lunga serie di casi giudiziari alle spalle e fra questi, piuttosto recente, anche la conferma in appello di cinque anni e 20mila euro di multa, in seguito al coinvolgimento nella nota operazione “Short Message”.

Eroina ben nascosta

L’ispezione si è svolta ieri sera. I militari si sono presentati alla sua porta, ma non si sono limitati a prendere atto che Frisone fosse regolarmente nel suo appartamento; qualcosa non deve averli convinti, conoscendo anche i suoi trascorsi. Così, hanno pensato di effettuare anche una perquisizione domiciliare. E in cucina, spostando un pensile, nella parte posteriore, attaccata con nastro adesivo, c’era una piccola cassetta di plastica contenente un involucro che avvolgeva 12,7 grammi di eroina.

In un altro cassetto sottostante, invece, i militari hanno trovato buste con ritagli, presumibilmente per realizzare singole dosi, e altro nastro isolante. Sequestrati sostanza stupefacente e materiale, i carabinieri dipendenti dalla Compagnia del capoluogo hanno quindi condotto Frisone in caserma per tutte le formalità, per poi riaccompagnarlo a casa, dove dovrà permanere ai domiciliari.

Coinvolto in vari episodi

L’uomo, che è difeso dall’avvocato Massimiliano Petrachi, nel tempo è stato protagonista di diversi casi di cronaca. Senza dubbio, l’episodio principale è legato all’operazione “Short Message” che nel novembre del 2018 portò a una serie di arresti per traffico e spaccio di droga in varie località delle province di Lecce, Brindisi e Bari. In appello, come detto, la condanna per il 51enne è stata confermata, anche se con un piccolo ritocco a suo vantaggio, la sostituzione dell’interdizione in perpetuo dai pubblici uffici con quella temporanea.

Nel lasso temporale fra il processo di primo grado (novembre 2019) e quello d’appello (novembre 2021) Frisone era stato arrestato altre due volte e sempre dai carabinieri. Nel febbraio del 2020, era finito nei guai con la convivente, per il possesso di eroina, cocaina e di quattro ordigni artigianali. Nel novembre dello stesso anno, sempre per cocaina ed eroina, trovata in quel caso sotto la lavatrice. E ora, a distanza di due anni, per lui un nuovo arresto.

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