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Cronaca Acquarica del Capo

Prestiti usurai e danni in casa del debitore, 61enne condannato a 4 anni e 4 mesi

Emessa la sentenza nei riguardi di Luigi Minghetti, di Acquarica Del Capo, accusato di aver incendiato e danneggiato l’abitazione di un commerciante per la mancata restituzione di un prestito concesso a tassi usurai

ACQUARICA DEL CAPO - E’ stato condannato a quattro anni e quattro mesi di reclusione, più 8mila euro di multa, Luigi Minghetti, il 61enne originario di Presicce e residente ad Acquarica del Capo arrestato il 2 giugno scorso con l’accusa di aver concesso un prestito di 3mila euro a tassi usurai del 190,3 percento a un commerciante, al quale avrebbe incendiato e poi danneggiato l'abitazione proprio a causa della mancata restituzione della somma.

La sentenza è stata emessa dal giudice Sergio Tosi nel processo discusso in mattinata con il rito abbreviato, durante il quale l’imputato ha respinto le accuse attraverso l’avvocato difensore David Alemanno. Per lui, il pubblico ministero Francesca Miglietta, titolare dell’inchiesta svolta con i militari di Salve e del nucleo operativo radiomobile della compagnia di Tricase, aveva invocato una condanna a sei anni, più il pagamento di una multa di 20mila euro.

Il dispositivo ha imposto anche il risarcimento del danno alla vittima e alla madre di questa, parti civili al processo con l’avvocato Mario Petrachi, da liquidarsi in separata sede, disponendo una provvisionale di 5mila euro per l’una e di 500 euro per l’altra.

Fondamentali alle indagini furono i risultati delle impronte papillari individuate dagli investigatori il 1° aprile 2019 sulle porte e sulle finestre della residenza estiva del commerciante, a lido Marini, a Salve, in quel momento disabitata, completamente messa a soqquadro. Qui, dove solo un paio di mesi prima c’era stato un incendio, divampato dai materassi, furono divelti vetri e infissi, distrutti arredi, elettrodomestici e sanitari. Minghetti rispondeva anche di quest’ultimo episodio, dal quale però è stato assolto “per non aver commesso il fatto”.

Al riguardo, dopo l'arresto, durante l’interrogatorio, l’imputato spiegò al giudice Simona Panzera che in quei giorni si trovava in Piemonte e che la presenza delle sue tracce era legata alla visita fatta in quell’abitazione, tempo prima, insieme allo stesso proprietario.

Fatto sta che proprio il 1° aprile, il commerciante avrebbe ricevuto da Minghetti questo messaggio sul cellulare: “Poco fa sono passato davanti a casa tua e ho visto un manifesto mortuario, spero per te che non sia tua madre, comunque ti porgo le mie condoglianze anche se passi dritto senza fermarti dopo tante stronzate che sento in giro, è possibile che ti abbiano influenzato contro di me. Arrivederci al 1° maggio”.

Sempre secondo gli accertamenti degli inquirenti, in più circostanze, pur di riprendersi i soldi, Minghetti avrebbe minacciato la vittima con frasi del tipo “vieni a casa mia perché se vengo a casa tua faccio una strage” e non avrebbe risparmiato neppure i familiari del malcapitato: la madre, alla quale avrebbe danneggiato l’auto, col taglio degli pneumatici; i suoceri, ai quali avrebbe consegnato una copia della scrittura privata di ricognizione del debito sottoscritta il 18 gennaio di quello stesso anno, affermando: “State attenti a chi vi siete messi in casa, non ha nemmeno i soldi per comprare una pizza a vostra figlia, ha acquistato un doblò da me senza mai pagarmelo e quindi sono andato a riprendermelo”.

Proprio per quest’ultimo episodio, oltre che dei reati di usura, estorsione, violazione di domicilio aggravato e danneggiamenti, era contestato anche quello di diffamazione.

Quanto, invece, alla tentata estorsione nei riguardi dello zio della vittima, al quale avrebbe intimato di pagare il debito, riferendogli falsamente di essere stato indicato dal nipote come garante dell’obbligazione, il 61enne è stato assolto “perché il fatto non sussiste”.

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