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Cronaca Copertino

Il “parto delle stelle”, un astrofisico salentino nel team che studia la Via Lattea

E' di Copertino il 41enne che, assieme ai colleghi dell'Inaf di Roma, ha analizzato i dati restituiti dal satellite Herschel in uno studio di sei anni

LECCE – Fiotti di gas e coltre di polveri. Nient’altro. Apparente astrazione visiva che, invece, è frutto di anni di ricerca scientifica. Nel noto team di studiosi che ha analizzato l’origine delle stelle vi sono anche dei salentini. Davide Elia, è uno scienziato 41enne di Copertino, che ora lavoro presso l’Inaf di Roma, l’Istituto nazionale di astrofisica protagonista - assieme alla decina di colleghi che hanno partecipato allo studio- di un importante passo in avanti nel mondo dell’astronomia. Il progetto di ricerca si chiama “Hi-gal”, e ha ottenuto risonanza mediatica sulle principali testate nazionali, ma anche sulle riviste specialistiche. Oltre a Davide Elia, l’Università del Salento ha potuto vantare anche la presenza del professore Francesco Strafella e di Stefano Pezzuto, altro ricercatore.  Quella che vedete in foto, spettacolare, è un'immagine della Via Lattea ottenute tramite il satellite Herschel, mandato in orbita nel 2010, dall’Agenzia spaziale europea.

Davide Elia, dopo la laurea in Fisica, e il successivo dottorato presso l’ateneo salentino, si è trasferito per un assegno di ricerca nell’Osservatorio di Lisbona e, infine, nella sede romana dell’Inaf. Assieme alla speciale equipe, composta anche dagli altri due salentini, si è concentrato sui dati, e sulle speciali immagini restituite dal satellite Herschel nel triennio 2010-2013. Ha studiato i siti di formazione stellare, quegli “oggetti caldi” che prendono vita, in realtà,  dalle nebulose più fredde, con temperature verso il basso da capogiro. Si tratta di una sorte di “embrione” delle stelle, che compongono veri e propri mosaici agli occhi dei ricercatori. Se la Via Lattea, in sostanza, viene rappresentata come una striscia uniforme, tramite il satellite che “scruta” nell’infrarosso, gli scienziati hanno ottenuto il particolare, il dettaglio che si è tradotto in nebulose fredde come tanti puntini.dav-3

Lo studio al quale ha partecipato l’astrofisico copertinese ha consentito una nuova geografia della galassia per quanto riguarda la formazione di nuove stelle. Nello specifico, lo studio che è durato sei anni, ha consentito di chiarire i luoghi in cui si generano le stelle, e anche quanta formazione stellare avviene in un arco di tempo. L’osservazione, inoltre, ha anche riguardato lo sviluppo delle stelle cosiddette “di grande massa”: quelle, cioè, che raggiungono dimensioni pari a dieci volte il sole.  Ciò che il team di scienziati ha raggiunto non è che la prima tappa di uno studio ben più ampio. Ma che avrà, però, l’utilità di lasciare in eredità agli altri astrofisici una mappa futura dei principali fenomeni relativi ai corpi celesti non più nelle single regioni della galassia, ma nella sua totalità. In un tutt’uno.

Nella scienza viene denominata Survey, ed è una sorte di eredità futura che agevolerà  il modo di ottenere stime globali sulla quantità di formazione di stelle, fondamentale anche per l’osservazione degli oggetti “extra galattici”.

Nella stessa foto contenuta in questo articolo, si nota una cavità bluastra al centro. “Si tratta di una “bolla” generata dai venti stellari- fa sapere Davide Elia – di una popolazione di stelle già formate e calde, e presente al centro della bolla (ma non visibili con Herschel, sensibile solo alla radiazione emessa dalla materia più fredda”. “La bolla- prosegue l’astrofisico – è a falsi colori perché la temperatura al suo interno è più elevata di quella della materia circostante che, infatti, appare come rossastra. Diciamo un centinaio di Kelvin (cioè circa -170 gradi centigradi) per la bolla contro poche decine di Kelvin (-260°C) per la nebulosità circostante. All'interno di quest'ultima, soprattutto a sinistra, si vedono dei puntini più brillanti, che rappresentano una nuova generazione di stelle, la cui formazione è indotta proprio dall'espansione della bolla, che accumula e comprime la materia ai suoi bordi, facendo sì che la gravità possa poi far proseguire il collasso del gas per formare nuove stelle”.

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