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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Attentato di Brindisi, legale di Vantaggiato deposita l'appello: "Ha vizio di mente"

Franco Orlando, l'avvocato dell'imprenditore copertinese, chiede una perizia psichiatrica su suo assistito, e che la sentenza venga riformata per insussistenza dell'aggravante della finalità terroristica. Il 69enne è stato condannato all'ergastolo lo scorso 18 giugno

BRINDISI – L’avvocato di Giovanni Vantaggiato, Franco Orlando, ha depositato l’atto di appello, chiedendo che il suo assistito venga assolto per “vizio di mente e perché non fu un atto terroristico”. E’ ciò che si apprende dall’agenzia Ansa, in attesa della prossima udienza, e che va ad aggiungere un nuovo tassello nella complessa vicenda giudiziaria sull’imprenditore copertinese, accusato della morte di Melissa Bassi, il 19 maggio del 2012 e del ferimento di nove altre persone, a seguito di quella maledetta deflagrazione di tre bombole di gpl. Che spazzò via una vita, segnandone indelebilmente altre, in orario prescolastico.

Risale allo scorso 18 giungo la condanna all’ergastolo per Vantaggiato (con isolamento diurno per un anno e mezzo), condannato dalla Corte di Assise di Brindisi e trasferito, soltanto alcuni giorni addietro, nel carcere di Borgo San Nicola, alle porte di Lecce, dopo un periodo trascorso nelle celle dell’istituto penitenziario di Bari, e poi in ospedale a seguito di un deperimento fisico del 69enne, notevolmente provato e dimagrito.

Già nel pomeriggio della sentenza emessa nell’aula “Metrangolo” del Tribunale di Brindisi, l’avvocato Orlando, conoscente della famiglia Vantaggiato, si soffermò sulla possibilità di sottoporre il suo assistito a una perizia psichiatrica. “Una mente deviata dalla patologia”, aveva dichiarato il legale, accennando a quella truffa subita, dalla quale l'imprenditore non si sarebbe più ripreso, trascinandolo in una spirale di livori e vendette. E, infine, di ordigni fabbricati con freddezza chirurgica.

E, sempre in quel pomeriggio afoso del 18 giugno, Orlando puntualizzò che non si sarebbe dovuta ravvisare la finalità “terroristica”. Un termine, stando alle parole dell’avvocato, che la Procura avrebbe assorbito dai media, fino a convincersene. Eppure, prima di fa esplodere la boba davanti alla “Morvillo-Falcone”, Vantaggiato si esercitò nelle campagne alla periferia della sua cittadina, per accertarsi che quel cieco piano vendicativo sarebbe stato portato a termine. Poi si recò all’esterno dell’istituto scolastico della città adriatica, e piazzò gli ordigni, collegati con fili elettrici, all’interno di un contenitore dei rifiuti, sottratto da una via di Porto Cesareo. Poi piazzò se stesso, dietro a un chiosco-bar e premette il pulsante. Facendo la storia. Entrando nella storia.

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