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Cronaca Ugento

Traffico di droga con 17 imputati, si “sgonfiano” le accuse: inflitti poco più di 30 anni

Emessa la sentenza nel processo abbreviato su un gruppo che avrebbe fatto affari con gli stupefacenti a Ugento. Cade l’aggravante del metodo mafioso. Per il giudice, era un'assoziazione di lieve entità. Due assoluzioni

UGENTO - E’ caduta l’aggravante del metodo mafioso contestata nell’ambito dell’inchiesta su un’associazione a delinquere che avrebbe fatto affari con la droga a Ugento, e nei paesi vicini, avendo disponibilità di armi. A escluderla è stato oggi il giudice Sergio Tosi nella sentenza emessa nei riguardi dei 17 imputati che avevano chiesto e ottenuto di essere giudicati col rito abbreviato. Non solo. Per il gup l’associazione in questione era finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti di lieve entità. L’effetto è stato che l’ammontare delle pene inflitte è stato decisamente inferiore a quelle invocate dalla sostituta procuratrice Carmen Ruggiero, la cui somma sfiorava i 120 anni di reclusione.

La pena più alta, a 21 anni, era stata richiesta per Vincenzo Minicozzi, 32enne ugentino, ritenuto a capo del gruppo. Ma l’imputato che, difeso dall’avvocato Mario Coppola, già in sede di interrogatorio di garanzia aveva rilasciato dichiarazioni spontanee per respingere gli addebiti, di anni ne ha rimediati solo tre.

Queste le altre condanne: 8 anni, più 1.833 euro di multa, per Emanuel Giuseppe Pierri, di 25 anni (a fronte dei 14 invocati dalla pm); un anno e 8 mesi, col beneficio della pena sospesa, (la richiesta era di sette anni e quattro mesi) per Cosimo Luigi Catino, di 30; 4 anni, sette mesi, 10 giorni, più 1.433 euro di multa, per Matteo Congedi, di 37 (la richiesta era di dieci anni); 9 mesi e dieci giorni, più mille euro di multa, per Daniele Deiana, di 30, (chiesti: otto anni e sei mesi, più 26mila euro di multa). Tutti di Ugento; nove anni, nove mesi e 10 giorni, più 2.833 euro di multa, per Radames Trianni, 30, di Torre San Giovanni (la richiesta era di 12 anni e sei mesi); un anno, un mese e 10 giorni, pena sospesa, per Annalisa Molle e un anno e 4 mesi, pena sospesa, per Miriam Trianni, rispettivamente 29enne e 21enne di Ugento, sulle quali pendeva una richiesta a otto anni.

E ancora: sei mesi, col beneficio della pena sospesa, più 721 euro di multa, (a fronte di una richiesta di cinque anni, tre mesi e 22mila euro di multa), per Diego Antonio Caputo, 26enne di Melissano; 4 mesi, più 688 euro di multa, (chiesti quattro anni e 20mila di multa) per Salvatore Caputo, 44enne di Melissano; sei mesi, più 800 euro di multa, (a fronte dei due anni chiesti dalla pm) per Alessio Forte, 29enne di Ugento; quattro mesi, pena sospesa, più 688 euro di multa, per Marco Manco, 33enne di Ugento, (la richiesta era di nove mesi, più 9mila euro di multa); 4 mesi, più 688 euro di multa, per Anselmo Antonio Trianni, 51enne di Torre San Giovanni (marina di Ugento), (la richiesta era di due anni e 6.500 euro di multa); sei mesi, 20 giorni, più 822 euro di multa, per Angelo Pizzi, 36enne di Ugento, (chiesti, sei anni e tre mesi di reclusione, più 35mila euro di multa).

Infine, un anno, un mese e 10 giorni, è la pena inflitta a Cristian Angelo Pierri, 22 anni, di Ugento, nei riguardi del quale la perizia svolta, su sollecitazione dell’avvocato difensore Mario Coppola, dal medico incaricato dal giudice, Domenico Suma, aveva stabilito vi fosse un vizio parziale di mente all’epoca dei fatti.

Il processo si è invece chiuso con un’assoluzione per due imputati: Antonio Bleve, 45enne di Alliste, domiciliato a Ugento nei riguardi del quale il reato di spaccio è stato riqualificato nell’ipotesi più lieve e dunque non punibile per particolare tenuità del fatto (la richiesta era di due anni, sei mesi e venti giorni, più 14mila euro di multa); Luigi Petrachi, 46enne, “per non aver commesso il fatto” (la richiesta era di otto anni).

Avevano già chiuso il loro conto con la giustizia, patteggiando le pene: Silvia Urso, 36enne di Ugento, e Michele Scarcella, il 65enne ugentino che rispondeva di lesioni aggravate dal metodo mafioso in merito a una violenta aggressione con calci, pugni e pistole, avvenuta il 13 aprile 2019 a Ugento. Quest’ultima vicenda è contestata anche al figlio di Scarcella, Katriel, 23enne di Ugento, sul quale pende il giudizio ordinario. Oltre a lui, fu disposto il rinvio a giudizio anche per altri due imputati: Salvatore De Gaetani, 38enne di Ugento, e Christian Ponzetta, 29enne di Melissano.

Nel procedimento risultavano indagati altri due uomini, la cui posizione fu stralciata: Pasquale Preite, 68enne ugentino, essendo latitante, e un 79enne di Ugento, poiché deceduto.

Stando all’inchiesta, al vertice del sodalizio ci sarebbe stato Minicozzi, che avrebbe svolto le attività illecite grazie all’aiuto di Emanuel Giuseppe Pierri, ritenuto il suo uomo di fiducia. Questo avrebbe partecipato all'attività di approvvigionamento della sostanza stupefacente, organizzato quella di spaccio, riportando le direttive imposte dal capo ai partecipi, adottato le decisioni relative alla individuazione di nuovi pusher, ceduto lui stesso droga e svolto anche il ruolo di "esattore" per recuperare i crediti, anche impiegando metodi violenti e intimidatori e controllando la raccolta dei proventi delle vendite.

Tra gli altri reati contestati, a vario titolo, nell’inchiesta c’erano anche estorsioni, violenza privata, detenzione abusiva di armi.

La sentenza ha disposto anche la perdita di efficacia della misura cautelare nei confronti di Cosimo Luigi Catino, Daniele Deiana, Annalisa Molle, Miriam Trianni e Luigi Petrachi, nonché la revoca della stessa nei confronti di Cristian Angelo Pierri.

Le motivazioni del dispositivo saranno depositate entro novanta giorni.

Facevano parte della difesa anche gli avvocati: Raffaele Benfatto, Giuseppe Presicce, Paolo Cantelmo, Stefano Stefanelli, Biagio Palamà, Veronica Merico, Roberto D’Ippolito, Alberto Ghezzi, Rocco Vincenti, Ezio Garzia, Marco Macagnino, Francesca Conte, Francesco Fasano, Stefano Prontera, Laura Petrachi, Marco Costantino.

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