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Politiche per la casa, la minoranza incalza Perrone: "Tutto come prima"

Le opposizioni ricordano al sindaco le competenze dell'amministrazione comunale in tema di decadenza delle assegnazioni. Oltre a tutte le proposte mai ascoltate

LECCE - Un cittadino abituato a vivere senza un tetto che partecipa a un regolare bando per l'assegnazione di un alloggio e che, poco dopo averlo ottenuto, denuncia le minacce subite perché lo lasciasse libero. Il resoconto della conferenza delle minoranze a Palazzo Carafa inizia nel punto in cui terminano gli interventi, con la postilla di Carlo Salvemini che invita a considerare la storia di Giuseppe Fiorentino una questione di dignità e di senso civico: un uomo privo di tutto, in fondo, aveva dimostrato fiducia nelle istituzioni dapprima facendo una richiesta secondo una procedura trasparente, per poi presentarsi alla forze di polizia.

Da settimane l'opposizione alla giunta guidata da Paolo Perrone è tornata a battere su un chiodo che già aveva utilizzato molte altre volte in passato, ma dopo la morte del 66enne, ritrovato nei pressi di un casolare abbandonato, il tema delle politiche abitative a Lecce ha ripreso quota, anche in virtù delle indiscrezioni che filtrano dal fronte giudiziario e che lasciano intendere una prossima chiusura delle indagini preliminari nell'inchiesta partita da un esposto di esponenti del Pd durante la campagna elettorale per le amministrative del 2012. 

Antonio Rotundo, Luigi Melica e Carlo Salvemini non hanno voluto dire nulla al proposito, restando nell'alveo politico e amministrativo: il consigliere democratico è partito dalle due leggi regionali del 2014 che regolano le competenze dei Comuni, ai quali è conferito il potere di procedere all'annullamento e alla decadenza delle assegnazioni di alloggi popolari - "e alle comminatorie in caso di occupazione e detenzione senza titolo" -, sia di proprietà dell'ente che dell'ex Iacp. 

Un modo per rispondere alle argomentazioni del primo cittadino che ha accusato l'opposizione di speculare su una tragedia, invitando gli avversari politici a dirottare l'attenzione sulla Regione Puglia, titolare dell'azione di sgombero nei confronti degli occupanti abusivi. A detta dello stesso Perrone a Lecce ce ne sarebbero circa un migliaio. La posizione del sindaco non ha affatto convinto Luigi Melica: "Perché il Comune dopo l’accertamento del 3 giugno 2015 non ha provveduto a convocare il Fiorentino ed a revocargli l’assegnazione dato che aveva abbandonato la casa assegnatagli neppure tre giorni prima? Se il Comune avesse agito in conformità alla legge avrebbe appurato quanto accaduto ed avrebbe di conseguenza ordinato lo sgombero rimettendo il Fiorentino nel possesso della casa. Ma il Comune non lo ha fatto.  Perché il 13 luglio 2015, il Comune, acquisita la denuncia del Fiorentino non ha immediatamente ordinato un sopralluogo nell’appartamento abusivamente occupato"? Il sopralluogo arriva solo a febbraio, e in quella circostanza viene trovato un altro nucleo familiare.

Tornando alle carte, il Comune è ben consapevole di cosa può fare: è scritto negli allegati di una delibera dell'ottobre del 2015 con la quale si istituisce un "Servizio Ispettivo Ufficio Casa con i seguenti compiti: accertamenti e verifiche occupazioni abusive; procedure di sgombero per decadenza a qualsiasi titolo; verifica e accertamenti sugli alloggi; verbali consegna e scambio alloggi". Anche Palazzo Carafa, dunque ha potere di sgombero in caso di decadenza.

Rotundo ha mostrato anche un altro documento, che ha consegnato anche a Maria Luisa De Salvo, capo di gabinetto del sindaco, dirigente dell'avvocatura comunale e, da qualche tempo, responsabile anche dell'ufficio Casa: si tratta della nota con cui la Regione Puglia aveva chiesto al Comune di Lecce un rendiconto sui provvedimenti di decadenza e annullamento in corso, proprio per comprendere se fosse il caso di affidare in via sostitutiva quelle attività all'agenzia regionale. Entro pochi giorni la dirigente farà sapere se, e come, l'amministrazione ha risposto.

Salvemini ha sottolineato come Perrone, oltre a incorrere in un errore sulla proprietà degli immobili (la gestione spetta comunque al Comune), abbia sistematicamente ignorato le sollecitazioni a rendere più efficiente l'ufficio casa: "Solo nel 2013 abbiamo varato un regolamento sulle case parcheggio. In commissione venne un'indicazione unanime da tutte le forze politiche: a fronte di una situazione complessa, era inimmaginabile che quell'ufficio restasse nell'ambito del settore Patrimonio e, peraltro con personale distaccato dalla Lupiae Servizi. Ad oggi non è cambiato nulla, senza parlare delle nostre mozioni, puntualmente respinte, sulla necessità di un piano casa e di un'agenzia degli affitti. Da chi ha governato Lecce per dieci anni è doveroso attendersi qualcosa di più".

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