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Primarie di coalizione, dal gasdotto Tap alla sfida con la destra: Emiliano a tutto campo

Intervista al segretario regionale del Pd. Sull'eventuale sfida con Paolo Perrone per le regionali: "Competente e civile, non è il classico modello neoberlusconiano". Sul progetto di Tap: "Qui non ci sarà il metodo Tav, ai cittadini l'ultima parola"

LECCE – Michele Emiliano è tornato in provincia di Lecce per una serie di incontri politici. L’orizzonte politico è quello delle regionali del prossimo anno dove il segretario regionale del Pd punta ad essere il candidato del centrosinistra dopo aver vinto le primarie già fissate per il 30 novembre. LeccePrima lo ha intervistato nella sede della federazione provinciale, in via Tasso.

A novembre potrebbe trovarsi in competizione con due salentini, Dario Stefàno e Loredana Capone.

Mi auguro che Sel presenti ufficialmente il candidato perché questa scelta nobiliterebbe le primarie e il percorso fatto in questi anni. Stefàno darebbe lustro e dignità a questo processo che nella sostanza prende atto delle cose buone fatte, ma aspira ad andare oltre con un progetto migliore. Il Pd potrebbe presentare altri candidati, lo consente il suo statuto e servirebbe anche a misurare con le primarie il consenso delle sue leadership, ma dopo essere passati dall’assemblea regionale come prevede lo stesso statuto.  

Alla fine della corsa, lo scontro decisivo potrebbe essere col il sindaco di Lecce, Paolo Perrone.

Gli auguro di riuscire a fare le primarie. Si tratterebbe di una personalità politica competente, civile e soprattutto di un esponente del centrodestra che io definirei evoluto: non è il classico modello neoberlusconiano. Non è un caso che a Lecce dove il Pd ha comunque  vinto le elezioni europee, sia lui il sindaco. E’ segno cioè del suo rilievo, anche se io penso che riusciremo a batterlo lo stesso.

Ma in Forza Italia ci sono resistenze nei confronti delle primarie: “Se Fitto ha davvero l’intenzione di cambiare il partito e trasformarlo in luogo di libertà, in mezzo ci sono le primarie. E potrebbero farle lo stesso giorno in cui le facciamo noi, anche per evitare di venire a votare da noi – tanto è il desiderio di democrazia (e qui irrompe una risata ironica, ndr) cercando di far vincere il candidato più debole.

Questione gasdotto: il centrosinistra ha dato indicazioni che sono parse talvolta ambigue. Qual è la sua linea?

E’ quella espressa con la Regione Puglia, non esiste una linea autonoma del partito. Decideremo insieme e il Pd non avrà una posizione diversa. Nel dialogo che abbiamo appena iniziato ho l’impressione che non ci sia una contrarietà all’opera di per sé, ma una forte preoccupazione per una erronea localizzazione dell’approdo. La nostra presenza in maggioranza, ripeto, è protratta fino alla fine del mandato, quindi decideremo con il presidente Vendola nelle riunioni di maggioranza. Intanto prendiamo atto che il governo e l’Unione Europea considerano quest’opera strategica: Infatti, laddove l’Italia rifiuti, verrà realizzata in Croazia, altro luogo interessante dal punto di vista ambientale, uno dei posti più belli del Mediterraneo. Ecco, noi dobbiamo capire se l’analisi che stiamo facendo è corretta e se valga la pena fare un sacrificio, oppure invece concludere – perché potrebbe finire anche così - che non si tratta di un’opera davvero necessaria. Serve anche un’analisi istituzionale e non ideologica o peggio ancora elettorale: non si fa campagna su queste vicende, ma le si esaminano nel luogo istituzionale opportuno. Teniamo conto delle indicazioni fortemente contrarie del comitato della Regione.

Quanto pesa la voce del territorio?

Le popolazioni residenti hanno comunque l’ultima parola. Capisco che possa maturare la decisione irrazionale, ma è un rischio che la democrazia deve correre: o siamo in grado di convincere la popolazione che quest’opera la si può fare oppure non la si può imporre. Quello che non sarà possibile è che in Puglia si adotti il “medoto Tav”, cioè non si convincono le popolazioni e poi si impone l’opera con i carabinieri. Qui non sarà così e il Pd sarà sempre contrario.

Perrone ha suggerito al comitato della festa patronale di non accettare contributi da Tap.

Il sindaco ha fatto bene a eliminare anche il rischio delle polemiche, è un problema di immagine e di intelligenza comunicativa. Tap fa malissimo a pensare di risolvere il suo problema sponsorizzando le feste patronali. E’ un atteggiamento paragonabile a quello di Cristoforo Colombo che regalava gli specchietti ai nativi di San Salvador.

L’agenda del suo eventuale mandato quali priorità prevede per la provincia di Lecce?

Si tratta di mie deduzioni che vanno verificate con la coalizione e con il partito, ma ho l’impressione che il limite all’esplosione del Salento sia il concetto dell’interconnessione, materiale e mentale: il nodo è come si fa a collegarlo al resto della Puglia senza cedere alla tentazione di considerare il Salento una sorta di isolotto del Sud Italia, perché questa tentazione il Salento ce l’ha spesso. Tutti quelli che pensano di aver trovato una soluzione, immaginano che non coinvolga gli altri. La Puglia è grande e lunga, una città di 4,5 milioni di abitanti.

Ogni pezzo è servente rispetto agli altri: nessuno può pensare di avere tutti i servizi di ogni genere, è un costo che non ci possiamo permettere. Credo che gli elementi infrastrutturali in senso puro – dei trasporti, della produzione, della rete fognaria, della portualità - siano il freno al definitivo sviluppo di questa provincia che deve diventare polifunzionale e che non può essere solo un grande Valtur. Tutto questo con grande attenzione per l’ambiente, perché bisogna capire dovere mettere i rifiuti visto che le discariche sono al limite e vengono anche gestite male: noi puntiamo a far entrare a regime il ciclo completo dei rifiuti in 5 anni e senza tentennamenti. Io penso ad un territorio fertile per la ricerca applicata – e faccio l’esempio dell’eccellenza locale rappresentata dall’istituto di nanotecnolgie -, che serve a creare posti di lavoro e far soldi: questo concetto per la sinistra non è più un tabù, bisogna avere un reddito per avere servizi di altro profilo che rendono i cittadini uguali davanti alla legge. Uguaglianza e l’alta capacità di reddito vanno insieme, non sono più separati.

Puglia e cultura, si è insistito molto su questo binomio nella stagione del centrosinistra.

E’ necessario però a livello locale che la Regione la smetta di fare concorrenza ai sindaci per quanto riguarda le attività culturali, ma sostenga le comunità e le istituzioni locali: mi sono accorto da sindaco che spesso si finanzia questo o quel soggetto anche a seconda dei rapporti personali con l’organizzatore dell’evento. Invece, anche chi è fuori dal cerchio magico deve avere la possibilità di entrare in un sistema di regole ben definito.

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