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Conti del Comune, Perrone rassicura banche e creditori: "Nessun allarme"

In vista di un consiglio comunale decisivo per le sorti dell'amministrazione Salvemini, l'ex primo cittadino ridimensiona le preoccupazioni per la tenuta delle finanze pubbliche e boccia la gestione del sindaco

LECCE - Il Comune di Lecce non è in condizioni di dissesto, nemmeno lontanamente. Per il consigliere Paolo Perrone, già sindaco per due mandati, la condizione economico-finanziaria dell’ente non è certo delle migliori, ma non presenta d’altra parte segnali che possano far presagire un irreversibile crollo.

Anche se oggi i ruoli sono invertiti, sembre riproporsi il duello che per anni ha tenuto banco nel dibattito politico locale, con Carlo Salvemini che, da esponente della minoranza, ha sempre incalzato l'amministrazione di centrodestra sul tema della disinvoltura nella gestione dei conti pubblici, fino a parlare apertamente di operazioni creative e fittizie, e Perrone determinato invece a ridimensionare gli allarmi e le preoccupazioni.

Dopo le ultime elezioni amministrative la prospettiva si è ribaltata e la prossima settimana l'attuale primo cittadino, Carlo Salvemini, affronterà in consiglio comunale una dura battaglia per l’approvazione degli equilibri di bilancio, all’interno dei quali si inserisce anche la vicenda della società partecipata Lupiae Servizi sulla quale il gruppo consiliare di Prima Lecce, fondamentale per la tenuta dei numeri in aula, ha posto il suo aut aut: senza salvataggio cade la giunta.

Perrone, che in conferenza si è presentato da solo, senza cioè i colleghi di schieramento che con lui hanno retto le sorti di Palazzo Carafa, ha anticipato il suo voto contrario – come sintesi politica di “quindici mesi fallimentari” dell’amministrazione Salvemini – ma ha anche offerto la sua disponibilità per una sorta di consulenza all’attuale sindaco, o al commissario prefettizio che subentrerebbe se venisse meno la maggioranza, allo scopo di predisporre le misure più adatte per risollevare le sorti del Comune.

L’ex sindaco, con un profilo per metà da imprenditore e per metà da esponente delle istituzioni, ha spiegato che le voci che circolano in queste settimane a proposito di una ipotesi default di Palazzo Carafa, oltre a essere infondate, possono generare un grosso danno alimentando le preoccupazioni degli enti deputati al controllo contabile, quelle dei finanziatori, le banche, e quelle dei creditori: “Se arrivassero i decreti ingiuntivi quello sì che sarebbe un problema” ha detto Perrone con riferimento alla nota mancanza di liquidità.

Per il resto, ha aggiunto, il quadro generale può essere affrontato senza troppi allarmismi: non ci sarebbero infatti debiti fuori bilancio significativi, a parte tre milioni di spese legali, per parcelle mai pagate che comunque potrebbero essere ridiscusse e ridimensionate nell’importo. A sostegno di questa posizione, Perrone ha ricordato alcune criticità che lui ha affrontato: il loro Leadri per 23 milioni; il residuo del pagamento del filobus per 5 milioni e mezzo, la transazione con Axa ed Ecotecnica per quasi 6 milioni e mezzo.

Anche il parametro dell’esposizione debitoria finanziaria – boc, mutui - sarebbe meno grave di quanto affermato: “Sono in linea con la media dei Comuni di pari dimensione e in costante decrescita". Infine il costo del personale, al 25,per cento considerando anche quello di Lupiae Servizi, non sfiorerebbe nemmeno il tetto massimo del 40 per cento previsto sulle spese correnti, oltre il quale si è in una condizione di deficit.

E se un peggioramento di alcuni dati di bilancio c’è stato – ha concluso Perrone – la colpa è di Salvemini: l’anticipazione di cassa è passata dai 9 milioni del 2016 agli oltre 24 attuali. Idem per quanto concerne le entrate: su 85 milioni per i tributi ne sono stati riscossi 39, per le entrate extratributarie 6 sui 20 previsti. Proprio sulla capacità di riscossione Perrone è tornato più volte, chiedendosi se gli uffici di Palazzo Carafa, per come riorganizzati dal sindaco, siano in grado di affrontare la situazione. Solo per quanto riguarda le seconde case, ha detto citando fonti interne, l’evasione dell’Imu sarebbe di circa 18 milioni di euro all’anno.

Il tema della capacità di riscossione è sempre stato un campo aperto di scontro, ma a ruoli invertiti: quando Salvemini era all’opposizione ha sempre contestato l’affidamento del compito a una società esterna, la Soget, deliberato nel 2007 con l’obiettivo, rimasto incompiuto, di recuperare 48 milioni di euro di entrate. 

Anche rispetto alla questione relativa a Lupiae Servizi, Perrone ha rimproverato all'attuale maggioranza di aver creato un clima di tensione ingiustificato e ha invitato il sindaco a dire chiaramente come intende sciogliere il nodo, ricordando che lui è stato chiamato in passato ad assumersi la responsabilità di ridurre gli orari dei dipendenti amministrativi e di introdurre il contratto di solidarietà.

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