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Sabato, 27 Aprile 2024
Politica Maglie

Querelle legale tra ex An. Duro botta e risposta tra Napoli e Lisi

La lunga diatriba, culminata ieri con la pronuncia del Tribunale di Maglie sulla gestione del blog di DdB, non ricuce le distanze: il primo festeggia l’assoluzione, il secondo esclude ogni lettura “politica” dello scontro

MAGLIE - Uno scontro lungo quattro anni, che affonda le radici nella storia recente della destra salentina. O forse no, dipende dalle interpretazioni. A scrivere la parola fine sulla lunga querelle, tutta interna all’ex partito di Alleanza Nazionale, che vedeva contrapposti Ugo Lisi ad Adriano Napoli è stato ieri il Tribunale di Maglie. Il deputato del Pdl e il presidente dei circoli Destra di Base erano arrivati alla diatriba legale per una vicenda nata nel 2008.

Qualche mese prima della fusione di An e Forza Italia dentro al Pdl, secondo la ricostruzione del responsabile di Destra di Base, nel partito salentino di Fini si era aperta e scatenata una guerra interna senza esclusione di colpi sulla gestione di questo passaggio politico delicato, tra chi come Lisi era favorevole a questa evoluzione e chi, come Napoli, all'epoca vicepresidente provinciale di An), si dichiarava contrario.

Secondo quest’ultimo, infatti, in gioco c’era la dignità della componente An, sacrificata nel nuovo contenitore berlusconiano: l’ex vicepresidente del partito finiano rinfacciava a Lisi di non impegnarsi a tutelare la rappresentanza della destra nel Pdl, ma di essersi principalmente adagiato sulla preoccupazione della propria rielezione alla Camera come deputato.

In quel periodo, Destra di base aveva aperto un blog per dare voce ai propri simpatizzanti, dove le critiche a Lisi non si lesinavano, tanto che il deputato di An, mal sopportando questo crescente malumore, presentò una querela contro gli amministratori dello stesso, colpendo Adriano Napoli, in qualità di responsabile di DdB e Maurizio Gennarino, come autore dello spazio web.

Lisi nella denuncia-querela accusava il blog e i suoi responsabili di non aver cancellato le parole “bamboccione, incompetente ed ignorante” pubblicate in alcuni commenti anonimi che lui riteneva offensivi per la sua dignità di deputato e di uomo. In seguito alla querela, fu revocata a Napoli la carica di vicepresidente provinciale di An. Napoli racconta che Lisi per sostenere le proprie accuse abbia prodotto centinaia di pagine, attivando la Digos e tenendo impegnati uomini e mezzi dello Stato sulla vicenda.

Il deputato si era, quindi, costituito parte civile per le offese che riteneva di aver ricevuto dalla pubblicazione di quelle frasi, richiedendo agli esponenti di Destra di Base un risarcimento danni di 50mila euro. La sentenza ieri, presso il Tribunale di Maglie ha dato però ragione a DdB, dichiarando Napoli, difeso dalla’avvocato Arcangelo Corvaglia, e Gennarino, dall’avvocato Francesco Pino, innocenti con formula piena.

Ma alla versione e all’interpretazione del presidente dei circoli di Ddb, replica lo stesso Ugo LisiUgo Lisi-12-5 che precisa: “Non finisce certamente qui, come erroneamente pensa Adriano Napoli, la vicenda sulla quale si è espresso un giudice monocratico del Tribunale di Maglie, ritenendo di non condannarlo in quanto responsabile della mancata vigilanza di un blog sul quale consentiva, senza alcun filtro, che dietro al paravento dell’anonimato si rivolgessero non solo offese ma anche e soprattutto velate minacce alla mia persona.

“La politica – prosegue il deputato -, in questa vicenda, almeno quella con la ‘P’ maiuscola, quella che il sottoscritto ama praticare ogni giorno nella sua attività istituzionale, non c’entra nulla. Non c’entra Alleanza Nazionale, non c’entra il Pdl, non c’entrano i partiti e i movimenti politici. C’entra il desiderio di notorietà di qualcuno che confonde una contrapposizione giudiziaria con il confronto politico, ammesso che ci possa essere. Anche perché il sottoscritto ha sempre tenuto in grande considerazione le opinioni degli iscritti ai circoli come quelle di chiunque esprima sensibilità diverse nella grande famiglia del centrodestra, tanto addirittura da nominare proprio Adriano Napoli alla carica di vicepresidente del partito”.

“La questione – chiarisce - è ben più seria e attiene il diritto di una persona a non essere offeso e vilipeso su siti internet o su blog in cui si ritiene essere cosa saggia non effettuare alcun filtro e alcuna moderazione del dibattito. Le minacce che il sottoscritto ha ricevuto, alcune delle quali proseguite anche con sms, sono state ritenute così fondate dagli organi inquirenti da procedere nell’indagine fino al punto in cui si è giunti ieri, dove, con una sentenza che a me personalmente lascia esterrefatto, si è ritenuto di derubricare le minacce in invettiva da bar, quasi a sconfessare la puntuale azione di indagine svolta dagli apparati investigativi”.

“Il rispetto doveroso – puntualizza - che comunque nutro anche per questa sentenza non mi fermerà dall’andar oltre, per quanto la legge e l’ordinamento mi consentono. Ugo Lisi non è stato certamente sconfitto da Adriano Napoli, mentre la civiltà comportamentale è stata derisa da chi pensa che offendere una persona, soprattutto senza metterci la faccia, sia un gesto intelligente. I nostri riferimenti, da questo punto di vista, sono tutt’altri e non smetteremo di professare il nostro credo nemmeno dinanzi a cadute di stile strumentali".

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