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E sul gasdotto di Tap, monito al ministro Galletti: “Il confronto non è chiuso”

L'esponente del governo ha chiarito che, per quanto lo riguarda, la procedura è definita con l'approvazione del progetto che porta a San Foca. Ma Dario Stefano ricorda che l'atto conclusivo deve essere adottato d'intesa con la Regione Puglia

LECCE – Se Renzi apre, o fa finta, Galletti chiude, o per lo meno scoraggia. Per il ministro dell’Ambiente la valutazione di impatto ambientale per il gasdotto si riferisce solo all’approdo di San Foca, come a dire che non vale la pena perdersi alla ricerca di ipotesi alternative che non sono percorribili, stando all’iter già concluso.

Parole che, almeno in parte stridono con quelle del premier che, sempre nella stessa sede, la Fiera del Levante, aveva concesso un qualche spiraglio ai sindaci salentini presenti in sala e al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, che nel suo intervento aveva ribadito le ragioni del no alla soluzione che porta in territorio di Melendugno.

E oggi Dario Stefano, senatore di Sinistra Ecologia e Libertà, e candidato alle primarie regionali del centrosinistra ha voluto rispondere alle dichiarazioni di Galletti: “Signor ministro, le sue perentorie dichiarazioni non ci impressionano. Sono certo che la  Regione Puglia si avvarrà fino in fondo dei poteri che le vengono riconosciuti: forte delle motivazioni tecniche e delle ragioni politiche di un territorio che da anni serve gli interessi del Paese producendo più energia di quella che consuma”.

Per l’esponente di Sel, infatti, “il confronto sulla localizzazione ambientalmente e paesaggisticamente più compatibile del gasdotto non è quindi ancora chiuso. E questo non per un capriccio o puntiglio degli amministratori locali ma in ossequio a normative che lei per primo dovrebbe rispettare. La volontà del governo su questa materia è disciplinata dalla legge che evidentemente non conosce adeguatamente. E’ il decreto del presidente della Repubblica numero 327 del 2001 che prevede - per le infrastrutture lineari energetiche e per gli oleodotti facenti parte delle reti nazionali di trasporto - un atto conclusivo adottato d’intesa con la Regione nel rispetto dei principi di sussidiarietà e leale collaborazione”.

“Naturalmente – ha concluso Stefano - sappiamo che in ogni caso l’ultima parola spetta comunque al Ggoverno nazionale e che in caso di mancata definizione dell'intesa l'opera può essere autorizzata con deliberazione del consiglio dei ministri. Confidiamo, tuttavia, che il tempo delle scelte responsabili non sia ancora scaduto. Nonostante le sue improvvide parole”.

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