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Sabato, 27 Aprile 2024
Cronaca

Incendiò un’auto, condannato. Ma viene assolto per il reato di tentata estorsione

Due anni e tre mesi, più risarcimento del danno per 10mila euro alla vittima, per un 25enne di Lecce, già detenuto per altre vicende. Del tutto estranea a entrambe le imputazioni una 47enne chiamata in causa con lui

LECCE – Assolti per un tentata estorsione, lui solo condannato per l’incendio di un’autovettura, episodio risalente alla fine di marzo del 2020 e avvenuto nel rione Castromediano di Cavallino.

È stato questo il verdetto della giudice Annalisa de Benedictis per un caso che vedeva come imputati due vecchie conoscenze delle cronache giudiziarie, entrambe al momento in carcere per altri reati. Si tratta di Jacopo Di Tondo (difeso dall’avvocato Francesco Calabro), 25enne, e di Marianna Serio (difesa dagli avvocati Raffaele Benfatto e Mariangela Calò), 47enne, tutt’e due di Lecce. Due anni e tre mesi di reclusione la pena per Di Tondo, più 10mila euro per il risarcimento del danno nei confronti della vittima, una donna 30enne, che con l’avvocato Fabio Domenico Corvino si è costituita parte civile, a differenza del compagno, che pure aveva concorso a far partire le indagini presentando con lei denuncia.

La tentata estorsione della quale erano imputati Di Tondo e Serio si sarebbe configurata, per l’accusa, al culmine di una serie di minacce verso l’altra coppia, con pesanti messaggi usando Whatsapp. Sarebbero state usate frasi come “tu non sai chi sono io, io comando Lecce”, più una serie di epiteti molto pesanti, conditi da violente minacce di morte verso tutta la famiglia, del tenore di “mo’ che ti prendo sei morto”, “ti sparo” e “vi squaterno”. Questo fra il 27 e il 28 marzo. Mentre l’incendio di una Mercedes di proprietà della 30enne risale alle prime ore del 28 marzo, praticamente nel cuore della notte.

Al processo i due vi sono arrivati dopo le indagini svolte dai carabinieri della stazione di Cavallino. Ingenti, in particolare, i danni dovuti all’incendio, con la Mercedes Classe B della 30enne distrutta e la Smart di un ignaro cittadino a sua volta danneggiata nella parte anteriore dal riverbero delle fiamme.

Sono state in particolare le riprese di un impianto di videosorveglianza installato presso un’abitazione vicina e altre nelle vicinanze (più ulteriori riscontri) a inchiodare Di Tondo. Queste, infatti, hanno immortalato una Renault Clio presa a noleggio dalla quale si è visto il giovane scendere e appiccare le fiamme, usando del liquido infiammabile. Le stesse telecamere hanno immortalato anche Marianna Serio, sulla quale, però, la giudice non ha ravvisato analoghe responsabilità dato che, recita la sentenza, “è sempre rimasta all’interno dell’autovettura senza fornire alcun contributo causale alla realizzazione dell’evento”.

Circa la tentata estorsione, invece, anche Jacopo Di Tondo è stato assolto, così come Marianna Serio, perché non vi sono riscontri investigativi che colleghino le frasi, di sicuro poco affettuose, a un’effettiva richiesta di denaro. Tutta la vicenda, peraltro, si sarebbe svolta in un clima di forte litigiosità reciproca fra le due coppie e, anzi, con Marianna Serio che parrebbe aver pure cercato di contenere l’animosità.

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