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Delibera per il trasferimento dello store di Zara: Guido chiede lumi

L'esponente della minoranza ha interessato della vicenda la magistratura, anche contabile, oltre che Anac: "Un provvedimento ad hoc in deroga a norme specifiche"

LECCE - Il consigliere di minoranza Andrea Guido, vice presidente dell'assise cittadina, ha inoltrato a procura della Repubblica, Autorità anticorruzione e Corte dei Conti la delibera di consiglio comunale relativa alla creazione di un grande store del marchio Zara nei locali che una volta ospitavano il cineteatro Ariston, in via Trinchese.

Il provvedimento di via libera, arrivato a dicembre, ha suscitato alcuni malumori, anche all'interno della maggioranza che sostiene la giunta Salvemini, in particolare per una presunta inadeguatezza sull'ammontare della monetizzazione degli standard pertinenziali, determinata in poco meno di 600mila euro. La delibera ha ricevuto, d'altro canto, il plauso del presidente di Confcommercio che ha parlato di "effetto traino per tutto il sistema del piccolo commercio" in un periodo particolarmente duro come quello della pandemia.

Guido è di altra opinione: "Ritengo si possa tranquillamente convenire sulla natura ad hoc di un provvedimento amministrativo che impatta pesantemente sul Bilancio del Comune in deroga a specifiche norme in materia e sulla base di valutazioni discrezionali. La determinazione della percentuale di riduzione della monetizzazione applicata si basa infatti sulla valutazione che almeno 2 utenti su 3 (66 percento) della nuova struttura commerciale, si rechino nella stessa senza l’utilizzo della propria auto. Una valutazione determinata senza alcun un supporto istruttorio, oggettivo e certo che, favorendo una singola azienda, genera un mancato introito per il Comune di Lecce, nella misura di circa in milione e 110.000 euro".

L'ex assessore delle giunte Perrone specifica di guardare all'interesse generale. "Come cittadino prima e come vice Presidente del Consiglio Comunale poi, ho ritenuto dunque doveroso interpellare la Corte dei Conti, la Procura della repubblica e l’Anac. Questa iniziativa al sol fine di garantire la trasparenza dell’azione amministrativa, la tutela dei commercianti esercenti nella medesima area interessata dal provvedimento amministrativo e, non da ultimo, gli interessi economici e finanziari del Comune di Lecce". Sul punto l'assessore alle Attività Produttive, Paolo Foresio, aveva chiarito che non si tratta di entrate certe sottratte dalle casse comunali, ma di entrate susseguenti a un investimento privato: in pratica il Comune, senza la proposta di Zara, non avrebbe incassato nulla. Il sindaco, in una intervista a questa testata, aveva poi ricordato che se al caso in questione fossero stati applicati i criteri utilizzati dalle ammnistrazioni precedenti (con delibera di giunta e non di consiglio), l'introito sarebbe stato minore".

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